Saronno, morti in corsia: altra vittima sospetta

Verrà riesumata la salma di un comasco morto al Pronto soccorso

Leonardo Cazzaniga in tribunale

Leonardo Cazzaniga in tribunale

Busto Arsizio (Varese), 3 maggio 2018 - Ancora un nome nel lungo elenco delle morti sospette che l’inchiesta “Angeli e demoni” attribuisce a Leonardo Cazzaniga, medico anestesista ed ex vice primario del pronto soccorso del presidio ospedaliero di Saronno: è quello di Domenico Brasca, di Rovello Porro, deceduto a 81 anni il 18 agosto del 2014. Domani il gip di Busto Arsizio, Piera Bossi, con la formula dell’incidente probatorio, affiderà l’incarico per l’esumazione della salma e gli accertamenti medico legali e tossicologici. I periti decideranno in che giorno procedere alle operazioni nel cimitero di Rovello Porro e l’inizio degli esami. Saranno gli stessi nominati per l’esumazione di Luciano Guerra, suocero di Laura Taroni, ai tempi infermiera nello stesso reparto dell’ospedale saronnese e amante di Cazzaniga: Cristina Cattaneo, direttore del laboratorio di antropologia e odontologia forense di Milano, Gaetano Iapichino, ordinario di anestesia e rianimazione alla Statale milanese, Vera Gloria Meretti, medico legale e componente del Labanof, Angelo Groppi, tossicologo forense dell’ateneo di Pavia.

Il 23 febbraio il giudice dell’udienza preliminare Sara Cipolla aveva condannato in abbreviato Laura Taroni a trent’anni di reclusione per l’omicidio della madre Maria Rita Clerici e del marito Massimo Guerra e l’aveva assolta con formula piena per non avere commesso il fatto per quello del suocero Luciano. I tre omicidi le venivano contestati in concorso con Cazzaniga. Leonardo Cazzaniga ha scelto il dibattimento. Dal 13 aprile il medico (assistito dagli avvocati bresciani Ennio Buffoli e Andrea Pezzangora) viene processato dalla Corte d’Assise di Busto Arsizio. È stato rinviato a giudizio per le morti di nove degenti (tutti anziani con patologie plurime oppure affetti da patologie letali) che secondo l’accusa sarebbero state provocate da sovradosaggio di farmaco, quello che il medico chiamava “protocollo Cazzaniga”. In seguito gli sono state contestate altre due morti sospette.

Oltre agli undici omicidi in ambito ospedaliero, è accusato di quelli della madre, del marito e del suocero di Laura Taroni. Cazzaniga ha sempre respinto le accuse. Non ha mai inteso trasformarsi in una sorta di “angelo della morte” in camice bianco, agiva con l’unico intento di alleviare le sofferenze dei malati affidati alle sue cure. Il processo a lui e ad altri cinque medici, imputati a vario titolo di favoreggiamento personale dell’aiuto primario e omessa denuncia, riprenderà il 18 maggio.