Morti sospette in ospedale a Saronno, il gip: medico resta in carcere

No agli arresti domiciliari per Cazzaniga. In un'intercettazione la riflessione ad alta voce del medico: "Dove sono i fatti? Dove sono le prove per riesumare i cadaveri?"

Leonardo Cazzaniga (Newpresse)

Leonardo Cazzaniga (Newpresse)

Saronno (Varese), 5 dicembre 2016 - Deve restare in carcere Leonardo Cazzaniga, il vice primario del pronto soccorso di Saronno arrestato per la morte di 4 pazienti e in concorso con l'infermiera Laura Taroni per l'omicidio del marito di lei. Lo ha deciso il gip di Busto Arsizio Luca Labianca, al quale venerdì scorso, in sede di interrogatorio di garanzia, il legale del medico, l'avvocato Enza Mollica, aveva presentato istanza di arresti domiciliari. "Adesso dobbiamo valutare le prossime mosse", ha sottolineato l'avvocato Mollica.

IL MONOLOGO DI CAZZANIGA - Dagli atti dell'inchiesta emergono alcune intercettazioni. In particolare in una intercettazione del 15 marzo scorso i carabinieri annotano che Leonardo Cazzaniga, esce dall'abitazione della Taroni e sale in macchina, riflettendo ad alta voce da solo nell'abitacolo: "Posso o non posso decidere (pare che dica, è specificato nelle trascrizioni) ... poi tanto non che io me lo domando eh!! Poi se è legittimo o illegittimo ... l'impianto accusatorio deve reggersi non su ipotesi banalmente campate in aria ma su prove concrete, su fatti... dove sono i fatti? Dove sono le prove per riesumare i cadaveri?"

DAVANTI AL PM - Cazzaniga comparirà davanti ai pm in settimana. Che volesse cercare di chiarire la sua posizione Cazzaniga l'aveva detto dopo l'arresto nell'interrogatorio davanti al gip che deve decidere su un'istanza di arresti domiciliari chiesti dalla difesa. Aveva anche detto di aver somministrato farmaci ai pazienti, che poi morirono, per alleviare le sofferenze della loro malattia ma di non aver avuto intenzione di uccidere nessuno. La sua amante, l'infermiera Laura Tironi, accusata dell'omicidio del marito (non di quelli provocati in ospedale) si era invece avvalsa della facoltà di non rispondere. 

A BUSTO - Parallelamente alle indagini sui presunti omicidi in corsia proseguono anche quelle su chi sapesse ciò che avveniva in ospedale e per questo i carabinieri del Nucleo operativo di Saronno, su indicazione della Procura di Busto Arsizio, hanno acquisito documenti anche nella sede dell'Azienda Sanitaria Territoriale di Busto, cui fa capo l'ospedale di Saronno. Le prime acquisizioni risalgono a martedì scorso, ma oggi gli investigatori sono tornati per verificare altra documentazione.