Saronno, morti in ospedale: "Cazzaniga pericoloso, deve tornare in cella"

Le motivazioni del Riesame che accoglie il ricorso. L’ex primario resta ai domiciliari in attesa della Cassazione

L’ex primario Leonardo Cazzaniga a processo per 12 omicidi in corsia e 3 fuori

L’ex primario Leonardo Cazzaniga a processo per 12 omicidi in corsia e 3 fuori

Busto Arsizio (Varese), 24 ottobre 2019 - Leonardo Cazzaniga è altamente pericoloso, disinvoltamente strumentalizzatore e manipolatore. Decideva arbitrariamente chi meritava di vivere e a chi, invece, applicare il suo “protocollo” con la somministrazione di farmaci in sovradosaggio e in sequenza. È stato protetto per anni da una «rete di connivenze e complicità». È assolutamente in grado sia di ripetere i gravissimi reati di cui è accusato sia di inquinare le prove. Per lui è necessaria la detenzione in carcere. È severa l’ordinanza stesa dal presidente del Tribunale del Riesame, Bruna Rizzardi, che il 7 ottobre ha disposto «il ripristino della misura cautelare in carcere» per l’ex aiuto primario del pronto soccorso del presidio ospedaliero di Saronno, processato dalla Corte d’assise di Busto Arsizio per 12 omicidi in corsia e per quelli di tre familiari dell’ex amante, Laura Taroni

I giudici milanesi hanno accolto l’appello del procuratore di Busto, Gian Luigi Fontana, contro l’ordinanza con cui, il 9 settembre, l’Assise aveva concesso al medico gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico nell’abitazione dei genitori, a Cusano Milanino. Cazzaniga rimane agli arresti casalinghi in attesa che la Cassazione si pronunci sul ricorso della difesa. Il Riesame riscontra «l’elevata pericolosità dell’indagato e l’allarmante disinvoltura con la quale ha abusato non solo del proprio ruolo, ma soprattutto della posizione di terzi estranei», «la capacità manipolativa e il delirio di onnipotenza emersi, associati a una furiosa capacità minatoria e ritorsiva, che attengono alla personalità dell’indagato e prescindono dalla professione esercitata». 

L’Assise aveva accolto l’argomento della difesa che Cazzaniga è stato sospeso sia dal servizio ospedaliero sia dell’Ordine dei medici. Ma per il Riesame «l’estromissione dall’ambiente ospedaliero risulta di scarsa incidenza, in quanto le condotte descritte prescindono dal rapporto formale di servizio... La capacità di strumentalizzare la propria competenza farmacologica per provocare la morte di chi, a suo avviso, non meritava di vivere non solo all’interno del pronto soccorso, ma anche all’esterno, prescinde dal rapporto di servizio e rende oltremodo concreto e attuale il pericolo di recidiva, arginabile solo con la misura più rigorosa».