Ospedale di Saronno, pene d'amore e mortali strategie per la coppia Cazzaniga-Taroni

L'ex viceprimario del pronto soccorso e la morìa della famiglia dell'amante

Leonardo Cazzaniga e Laura Taroni

Leonardo Cazzaniga e Laura Taroni

Saronno (Varese), 16 marzo 2019 - Si dice legato a suo tempo, da un amore profondo (aggettivo che ricorre più volte) per la sua compagna di allora, l’infermiera laura taroni. un amore alla fine deluso, tradito. E' tutto in chiave sentimentale il secondo esordio di Leonardo Cazzaniga davanti alla corte d’assise di Busto Arsizio. Altri tre omicidi, dopo i dodici che gli vengono contestati al pronto soccorso del presidio ospedaliero di saronno. questa volta nella famiglia della Taroni: il marito massimo Guerra, il suocero Luciano, la madre della donna, Maria Rita Clerici. 

L’ex aiuto primario del pronto soccorso di Saronno risponde alle domande del procuratore Gian Luigi Fontana e del pubblico ministero Maria Cristina Ria. La relazione con Laura Taroni s’intreccia tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011. È «complice e conflittuale». «Lei aveva un rapporto oppositivo con i medici che, come me, tenevano un atteggiamento di superiorità». Complice perché questo l’affascinava. «È stato un amore profondo da parte mia. E cambiato sei o sette mesi fa. La sua ombra si allunga nei miei pensieri, ma attualmente penso di essere quasi completamente libero da quell’amore che provavo per lei». A mandare in frantumi la storia hanno contribuito più cause. Le accuse che la Taroni gli ha lanciato per la morte della madre. Un’intercettazione nella quale dice alla baby sitter dei figli «Se viene a vivere qui, mi taglio le vene» e un’altra dove gli dà del «pervertito».

Laura Taroni abita a Lomazzo con il marito e i loro due bambini. Massimo la costringe a pratiche di «violenza sessuale» con l’impiego di oggettistica da porno shop. «Ho la pura sensazione retrospettiva - aggiunge, con una punta di malizia, l’imputato - che ci poteva essere anche una complicità della Taroni». Già nell’estate del 2011 la donna ha cercato di sopire gli ardori del coniuge mettendo un ansiolitico, l’Entumin, nel cibo (il pesto) e nelle bevande del marito. Si rivolge a Leonardo. «Non mi domandò aiuto in termini di violenza verso il marito. Semmai, in termini medici allo scopo di farlo sentire malato e ridurre la sua aggressività sessuale. Verso la fine del 2012 e l’inizio del 2013 mi chiese di proporre una sorta di finzione di patologia allo scopo di fargli assumere la metformina. Aiutai Laura perché i farmaci non erano tossici, non ci sarebbe stato nessun danno, Guerra non avrebbe corso alcun pericolo di vita».

È una “strategia”. Il marito della Taroni deve persuadersi di essere malato di diabete mellito e della necessità di una terapia farmacologica. Sono necessarie false analisi del sangue che lo attestino. Il 10 aprile del 2012 un campione del sangue di Massimo Guerra, prelevato a domicilio, giunge al pronto soccorso. Il presunto malato non è presente. Cazzaniga firma il referto delle analisi. Così anche il giorno dopo. «Il campione di sangue è stato alterato?». «Suppongo di sì, ma non da me. La Taroni me lo diede e non mi disse se era alterato». L’infermiera l’accusa di avere utilizzato il campione di sangue di un paziente diabetico e di avere messo il nome di Massimo Guerra, «È una menzogna clamorosa». Cazzaniga ammette una sua partecipazione diretta nell’alterazione del sangue solo nell’episodio del primo novembre 2012. Il laboratorio di analisi risponde: probabile inquinamento, prelievo da ripetere. «Uno dei prelievi di sangue venoso fu il mio. Laura me lo fece. Il campione venne alterato da Laura aggiungendo del glucosio». Massimo Guerra muore in casa il 30 giugno del 2013. Una nota stridente e patetica. Cazzaniga, cinofilo appassionato, ricorda i due cani della famiglia Guerra, un pastore tedesco e un meticcio, eliminati dalla Taroni con un veleno per topi. Perché? «Con l’unico scopo di dare libero sfogo alla sua aggressività, al danneggiamento della famiglia Guerra, alla sua volontà di morte».