Morti in corsia a Saronno, familiari vittima: "Cazzaniga ci diede una siringa"

La figlia di Domenico Brasca, ultima presunta vittima scoperta del medico, ha ripercorso le ultime ore di vita del padre

Le figlie di Domenico Brasca, Antonella e Roberta Rosa Maria

Le figlie di Domenico Brasca, Antonella e Roberta Rosa Maria

Saronno (Varese), 18 gennaio 2019 - Nuova udienza, oggi, in Tribunale a Busto Arsizio ( Varese), per il processo a carico di Leonardo Cazzaniga, ex viceprimario del Pronto soccorso di Saronno, accusato di 12 morti in corsia e 3 nella famiglia dell'ex amante infermiera Laura Taroni.

Oggi in aula - l'inchiesta è firmata dal procuratore della Repubblica di Busto Arsizio Gianluigi Fontana e dal pm Maria Cristina Ria - i familiari di Domenico Brasca, ultima presunta vittima scoperta del medico, il cui fascicolo è stato accorpato al processo già in corso. Al banco dei testimoni sono salite le figlie dell'anziano imprenditore morto nella sua casa di Rovello Porro (Como) nel 2014, dopo essere stato dimesso dall'ospedale dove lo aveva assistito l'imputato. Roberta Brasca, dopo aver ripercorso le ultime ore di vita del padre, ha parlato di una siringa che Cazzaniga avrebbe loro consegnato prima di dimetterlo, dicendo "di usarla in caso di bisogno, ma senza dirlo a nessuno perché gli avrebbe provocato guai". L'uomo però morì da solo, poche ore dopo essere stato riportato a casa. Per l'accusa, stessa tesi per tutti gli altri casi, ad ucciderlo fu il "cocktail" di farmaci iniettatogli da Cazzaniga.