Infermiera killer, sonnifero nei resti del suocero

E'la stessa sostanza dei quattro decessi sospetti all'ospedale di Saronno

Laura Taroni

Laura Taroni

Saronno (Varese), 30 settembre 2017 - Quasi in dirittura d’arrivo la seconda tranche dell’inchiesta “Angeli e demoni” della procura di Busto Arsizio su morti sospette al Pronto soccorso dell’ospedale di Saronno e su decessi in ambito familiare. È stata depositata la perizia seguita alla riesumazione della salma di Luciano Guerra, suocero di Laura Taroni, ex infermiera all’ospedale saronnese. Per la morte del suocero la Taroni è indagata insieme con l’amante, l’anestesista Leonardo Cazzaniga, vice primario del pronto soccorso.

Per quanto risulta, nei resti di Luciano Guerra (deceduto in ospedale a Saronno il 20 ottobre 2013) sono stati trovati residui di Midazolam, un ansiolitico e sedativo che, come attestano le cartelle cliniche, è stato impiegato in sovradosaggio anche nei casi delle quattro morti in corsia imputate al solo Cazzaniga. Per Luciano Guerra non sarebbe stato però possibile definire la quantità somministrata. L’autopsia e le analisi sono state eseguite da Cristina Cattaneo, direttore del Laboratorio di antropologia e odontologia forense di Milano, Gaetano Iapichino, ordinario di anestesia e rianimazione alla Statale milanese, Vera Gloria Meretti, medico legale e componente del Labanof, Angelo Groppi, tossicologo forense dell’ateneo di Pavia. La perizia verrà discussa in incidente probatorio l’11 ottobre davanti al gup Sara Cipolla. Questa parte dell’inchiesta vede la coppia Cazzaniga-Taroni (in carcere dallo scorso 29 novembre) indagata anche per la morte della madre dell’infermiera, Maria Rita Clerici, e comprende quattro nuovi casi di morti dubbie in corsia, emersi dall’esame di una ottantina di cartelle cliniche.

Chiuso il filone principale, che vede il medico e la Taroni accusati in concorso dell’omicidio del marito della donna, Massimo Guerra, mentre il solo Cazzaniga deve rispondere delle morti dei quattro pazienti. Interrogata il 13 febbraio dal pm Maria Cristina Ria anche sulla fine del suocero, Laura Taroni aveva dichiarato che Cazzaniga l’aveva consigliata «di non passare al pronto soccorso perché non era opportuno». «Trovai Leonardo nella stanza di Luciano. Non vidi nessuna somministrazione ma Leonardo ha sempre detto che Luciano era ‘al di là del bene e del male’ a intendere che era gravemente compromesso». «Se Leonardo - aveva aggiunto - dovesse avergli somministrato farmaci sarebbero sicuramente Midazolam o un curaro».