Saronno, coprì i misfatti del medico killer: "Il primario vada ai domiciliari"

I pm contro il gip sull’ex responsabile del Pronto soccorso di Saronno

Nicola Scoppetta (Newpress)

Nicola Scoppetta (Newpress)

Milano, 11 gennaio 2017 - Nicola Scoppetta deve andare agli arresti domiciliari. Davanti al Tribunale del Riesame di Milano il procuratore di Busto Arsizio, Gian Luigi Fontana, e il pm Maria Cristina Ria spiegano la loro richiesta. Illustrano i motivi del ricorso contro la decisione del gip Luca Labianca che nella sua ordinanza non ha disposto che l’ex dirigente del pronto soccorso dell’ospedale di Saronno andasse agli arresti casalinghi nella sua casa di Varese. Scoppetta, 48 anni compiuti un mese fa, è uno dei 15 indagati dell’inchiesta “Angeli e demoni” che il 29 novembre ha portato in carcere l’anestesista del pronto soccorso Leonardo Cazzaniga e la sua amante, l’infermiera Laura Taroni.

Il medico è accusato dell’omicidio di quattro pazienti con la somministrazione di farmaci e in concorso con la Taroni di quello del marito della donna, Massimo Guerra. Scoppetta è indagato per favoreggiamento personale e omessa denuncia. Al corrente fin dal 2013 dei reati commessi da Cazzaniga, il primario del pronto soccorso, suo diretto superiore, li avrebbe “coperti” anche quando era stato chiamato a far parte della commissione d’inchiesta dell’ospedale. Per due ore le tesi opposte si scontrano nell’aula del Riesame. Quella del difensore Massimo Pellicciotta è che il favoreggiamento non sussiste. Leonardo Cazzaniga applicava la sua terapia e Scoppetta, per le sue mansioni e la sua specializzazione, non era un esperto di anestesia e rianimazione. «Speriamo - dice il legale all’uscita - che la richiesta del pm venga rigettata. Nei confronti di Scoppetta non sussistono né il favoreggiamento né il pericolo di inquinamento delle prove».

I pm avevano motivato l’esigenza degli arresti domiciliari con il rischio “concreto ed attuale” che il dirigente potesse condizionare le dichiarazioni dei testimoni, un rischio «tanto più intenso se si considera che Nicola Scoppetta riveste ancora oggi la carica di direttore sanitario del pronto soccorso dell’Ospedale di Saronno, ove sono stati commessi molti dei reati contestati». Ma oggi, replica la difesa, Scoppetta non ricopre più l’incarico ed è stato trasferito in un ufficio a Gallarate. La Procura ha fatto ricorso anche perché nella misura cautelare non veniva attribuito alla coppia Cazzaniga-Taroni il reato di falso ideologico per referti medici legati ai ricoveri del marito dellaTaroni. Oltre a questo, i pm bustocchi chiedono che all’infermiera vengano contestati le lesioni aggravate nei confronti del coniuge. Non si presenta Leonardo Cazzaniga, detenuto a Busto. A rappresentarlo l’avvocato Ennio Buffoli e l’avvocato Andrea Pezzangora. Laura Taroni (in carcere al Bassone di Como) fa una rapida comparsa. «E’ estremanente provata, la vedrò a giorni», dice il difensore Monica Aberti, che valuterà un eventuale ricorso. La decisione dei giudici del Riesame è attesa a breve.