"Gli ospedali si stanno svuotando, ma il virus circola ancora. Dobbiamo stare attenti: il discorso non è chiuso". Così Giuseppe Catanoso, direttore sanitario di Ats Insubria, fa il punto sull’andamento della pandemia nel varesotto, che continua nel suo trend continuo di calo ma con una discesa lenta. I numeri restano così ancora troppo alti per poter iniziare a cantare vittoria. Dal 25 febbraio al 3 marzo sono stati 2.744 i nuovi positivi in provincia di Varese, in media quasi 400 al giorno. Un dato più basso dei 3.073 della settimana precedente, ma che testimonia che il virus è ancora ben presente sul territorio, seppur i casi gravi si siano ridotti molto così come il tasso di incidenza nei vari ambiti locali. Tra i giovani i contagi sono stabili: i casi scuola dal 21 al 27 febbraio sono stati 342, dato simile alla settimana precedente (320), mentre le quarantene sono state 728 tra alunni e personale scolastico.
Il Covid non è dunque ancora del tutto sconfitto, e per questo ha preso il via questa settimana anche sul territorio di Varese la somministrazione delle quarte dosi alle persone fragili: l’obiettivo è proteggere i soggetti immunodepressi dal rischio concreto di un’infezione. Le somministrazioni si svolgono su chiamata da parte delle Asst o in autopresentazione presso tutti i centri vaccinali del territorio. Solo nell’hub di Gallarate per quanto riguarda il varesotto (l’altro centro è a Como) è invece possibile ricevere l’ultimo arrivato tra i vaccini, il siero Novavax, che può essere utilizzato solamente da chi inizia il ciclo vaccinale dalla prima dose. 230 quelli somministrati nei due centri da lunedì a ieri. Ats Insubria ha inoltre comunicato che a causa della diminuzione dell’attività della campagna vaccinale chiuderà a breve il centro di Rancio Valcuvia, uno tra i primi ad aprire i battenti quasi un anno fa, ad aprile 2021. L’ultimo giorno di attività sarà lunedì 14 marzo. Si proseguirà con un maggior coinvolgimento delle farmacie (circa una sessantina tra Varese e Como) e dei medici di medicina generale. Lorenzo Crespi