Varese, viaggio nell’Italia dei pollici verdi

Gli incontri di un botanico varesino fra alberi secolari e orti alpini

I Giardini Estensi fra i parchi del Nord Italia più ricchi di alberi secolari

I Giardini Estensi fra i parchi del Nord Italia più ricchi di alberi secolari

Varese, 12 settembre 2018 - Un viaggio tra uomini e piante per capire ed approfondire come lo sviluppo della società possa passare attraverso lo studio della flora. È questa la sintesi di “Prospettive vegetali”, il viaggio-documentario, realizzato dal giovane varesino Giacomo Castana, 26 anni, che nelle scorse settimane ha esplorato il Nord-Ovest dell’Italia, da Verbania a Ventimiglia, passando per Aosta, Ivrea, Séez (Francia) e Torino, raccogliendo le testimonianze di chi lavora o ha che a fare quotidianamente con erbe od alberi. Il report, presentato a Palazzo Estense ha visto la partecipazione del vicesindaco Daniele Zanzi, agronomo di fama internazionale, Simone Fenio e Riccardo Cucchiani, rispettivamente rappresentanti dei giardinieri bioetici e dell’associazione utopia tropicale, ai quali sono state sottoposte le medesime domande che Giacomo aveva fatto agli intervistati, durante il suo itinerario, inerenti all’utilizzo di piante inusuali a scopo curativo, alimentare o rituale e sui loro possibili vantaggi commerciali.

«L’idea di “Prospettive vegetali” è nata per alcune scelte che ho fatto nella mia vita - racconta Giacomo - sia per aver sempre desiderato di avere nuove esperienze sia per la commistione tra le mie due passioni: la cura dei giardini e il giornalismo, per via delle quali ho soggiornato due anni a Roma, lavorando come giardiniere e seguendo contemporaneamente il corso “Giornalismo 2.0” . Il piano tuttavia ha preso forma non appena mi sono reso conto che c’è l’esigenza di salvaguardare delle conoscenze rurali, le quali purtroppo vengono ancora divulgate oralmente, e che finora nessuno ha provveduto a imprimerle su carta o diffonderle via web. Conseguentemente, data l’impossibilità di reperire tali informazioni indirettamente, era inevitabile che mi recassi personalmente da ciascuno di essi». Come sono stati scelti i candidati? «Il mio obiettivo principale - prosegue il botanico - era quello di dimostrare che non vi fosse un legame tra chi gestisce un orto alpino a 2000 metri di quota o chi coltiva delle erbe per le proprie ricette. Nel mio percorso di studio e lavoro come giardiniere infatti ho conseguito anche le competenze per diventare un garden designer e il paradosso è che ho ottenuto l’abilitazione a due ruoli, che non sono affatto complementari. Anche forse a causa di una scarsa conoscenza botanica stentiamo a riconoscere l’importanza del compito di progettista di giardini».

Questa occupazione, è la tesi di Castana, «non è ancora considerata utile, se non da gente che tende ad accontentare l’economia e ad accettare incarichi solo perché ricavano molto dalla vendita di una pianta esotica, senza invece puntare sul benessere immediato che la vegetazione può portare dal punto di vista gastronomico e curativo. Il mio auspicio è che con “Prospettive vegetali” si riesca finalmente a mettere in luce la capillarità delle presenze nel Belpaese di persone portatrici di un sapere botanico unico, che non si conoscono tra loro, ma sono capaci di narrare le storie più insolite e accattivanti».