Pidro, il gioco degli emigrati di Lonate rivive in un torneo all'oratorio

Durerà tre settimane la manifestazione che ricorda l’antico passatempo dei lonatesi partiti un secolo fa per fare fortuna in California

Una fase del gioco

Una fase del gioco

Lonate Pozzolo (Varese), 7 febbraio 2019 - Un gioco a carte che è ricordo di una storia di emigrazione, di quando a cercare fortuna oltreoceano erano gli italiani. Il gioco si chiama Pidro, e l’altra sera ha preso avvio il torneo a Lonate Pozzolo, nel salone dell’oratorio Don Antonio Tagliabue. Sono 128 le coppie iscritte, la sfida prosegue tutte le sere, dal lunedì al venerdì, fino al gran finale, in programma il 25 febbraio. A raccontare la storia di questo gioco a carte un po’ simile al poker è Giovanni Desperati, ex assessore, per trent’anni consigliere comunale, oggi presidente dell’Ancescao (associazione anziani): «Il Pidro – spiega – arrivò a Lonate con i nostri emigranti che avevano trovato fortuna in California, nella località di San Rafael e che, dopo aver lavorato molti anni là, tornarono in paese».

Occorre fare un salto indietro nel tempo, più di un secolo fa: «Un centinaio di famiglie – continua Desperati – affrontarono il viaggio inseguendo il sogno di una vita migliore in California. Là c’era bisogno di manodopera nella costruzione delle ferrovie e trovarono lavoro soprattutto a San Rafael, a nord della baia di San Francisco». Una vita di sacrifici: «Non avevano alloggi, dormivano sui vagoni», sottolinea Desperati. Negli anni trenta una parte di quei migranti lonatesi, messo da parte un bel gruzzolo, tornò a Lonate Pozzolo. «Avevano guadagnato bene – prosegue – e qui riuscirono a costruirsi la casa, in stile coloniale, come in California». Un ricordo di quegli anni di lavoro fu il gioco del Pidro, il passatempo domenicale per gli operai, imparato proprio a San Rafael. E fu così che il gioco a carte californiano si diffuse tra i lonatesi, più polare della briscola e della scopa. Gli emigranti tornati in paese da anziani continuarono a sfidarsi a Pidro, insegnando le regole ai più giovani. Un gioco che ha rischiato di scomparire. «Per noi è importante conservare questa storia – dice il presidente dell’associazione –: tramandando il Pidro dei nostri nonni ricordiamo quel passato di sacrifici e fatiche legato all’emigrazione dei nostri concittadini, utile a mantenere quella memoria che serve a riflettere anche sull’attualità».