Ospedale di Saronno, sette questioni bollenti

Documento elaborato dal comitato a tutela del presidio. Le domande rivolte a vertici dell’Asst e politici

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Quanti posti letto avrà l’ospedale di Saronno e in quali tempi? Quali reparti verranno riaperti, con quanti posti letto e con quale personale? Quale sarà il destino del comparto materno-infantile, della terapia fisica e riabilitazione, della rianimazione, della stroke unit, dell’unità di terapia intensiva cardiologica, dell’oncologia e del day hospital oncologico? Questi reparti avranno un primario a Saronno? Quando saranno ristrutturati gli spazi ormai datati? Quando sarà realizzata la palazzina per i servizi del personale e ci sarà la sede della medicina preventiva del lavoro? Sono le sette domande che a nome dei cittadini del comprensorio saronnese il Comitato per la salvaguardia e la tutela dell’ospedale di piazzale Borella pone ai vertici dell’azienda sanitaria Valle Olona ma anche alla Regione, a partire dal presidente della commissione sanità Emanuele Monti.

L’ultima presa di posizione parte da un’analisi degli investimenti annunciati settimana scorsa: "Con 11 milioni si prevede un nuovo pronto soccorso e 48 posti letto dedicati nella palazzina attualmente sede della Medicina: questo, di fatto, comporta una riduzione dei posti letto, già oggi insufficienti per far fronte ai bisogni di una popolazione sempre più anziana". Il Comitato fa anche il punto sui fondi stanziati in passato: "I rimanenti 12 milioni sono stati finanziati anni or sono e sono rimasti non utilizzati per l’adeguamento degli impianti antincendio, per la costruzione di nuove sale operatorie, per una nuova tac e per la ristrutturazione del settimo piano. Converrà ricordare che anche altri interventi tecnologici (gas medicali, vie di fuga, gestione acque) devono esser a breve completati, pena il mancato accreditamento della struttura". Si punta il dito anche a un diverso trattamento tra i presidi all’interno dell’azienda: "Ci spiace constatare che i ritardi abbiano sinora colpito prevalentemente l’ospedale di Saronno mentre a Busto e Gallarate tutto è stato fatto per tempo e ha permesso un corretto e rapido ritorno alla normalità". Da queste considerazione arrivano le 7 domande che spaziano su temi caldi nella quotidianità della struttura, dalla carenza del personale alle necessità di interventi di manutenzione fino a investimenti in diversi spazi e reparti.

"Rispondere compiutamente a queste domande - dicono gli esponenti del comitato - indicando tempi, modi e risorse significa assumersi la responsabilità dell’affermazione che il presidio di Saronno è di centrale importanza per un comprensorio interprovinciale con più di 180.000 abitanti e che deve conseguentemente esser classificato ospedale di primo livello. Se così non sarà - è la chiosa - gli annunci cui abbiamo assistito saranno archiviati come propaganda". Sul tema degli investimenti e del futuro dell’ospedale di Saronno è intervenuto negli ultimi giorni anche il direttore dell’Asst Valle Olona Eugenio Porfido che ha rimarcato non solo i tanti investimenti in cantiere per il presidio "garanzia della volontà di mantenere l’operatività e qualità del servizio della struttura saronnese" ma anche il ruolo essenziale svolto dal presidio di piazzale emergenza coronavirus: "Quello di Saronno non è un presidio Covid ma è un presidio che ha fatto tanto aiutando a curare anche pazienti arrivati da altre parti d’Italia".