Omicidio Macchi, medico legale: "Lidia non fu violentata e venne uccisa altrove"

Mario Tavani eseguì l'autopsia sul cadavere nel 1987

Lidia Macchi (Newpress)

Lidia Macchi (Newpress)

Varese, 19 luglio 2017 - Nuova udienza del processo a carico di Stefano Binda, accusato di aver ucciso Lidia Macchi, studentessa e sua ex compagna di liceo.  Questa mattina, in aula, sono state analizzate le fotografie dell’autopsia della studentessa,e seguita nel 1987. Il medico legale MarioTavani ha detto davanti a un giudice due cose estremamente importanti sulla vicenda: la giovane "non subì una violenza sessuale", e il rapporto consumato circa mezz'ora prima di essere massacrata con 29 coltellate potrebbe essere stato consenziente.

Il professionista ha anche riferito che, secondo quanto era emerso dagli accertamenti eseguiti all'epoca, la ragazza non sarebbe stata uccisa al Sass Pinì di Cittiglio (la località boschiva dove fu trovato il cadavere, riverso a terra accanto all'auto della ragazza parcheggiata ai bordi di un sentiero), ma potrebbe essere stata trasportata nella zona successivamente. Un'ipotesi argomentata con la scarsità di tracce ematiche all'interno della vettura e sul terreno, mentre il corpo e i vestiti erano intrisi di sangue. 

Queste informazioni erano già contenute nella relazione autoptica del 1987, ma Tavani le ha ribadite oggi. Si tratta di affermazioni che potrebbero complicare la ricostruzione fatta dall’accusa ma ancora da valutare con attenzione. L’ordinanza del gip infatti ammette che il rapporto sessuale fu probabilmente consenziente ma avanza l’ipotesi che la costrizione avrebbe potuto essere non fisica, bensì effettuata con minaccia. Tuttavia sul luogo del delitto l’ipotesi di questa indagine, fino a questo momento, è che il delitto sia avvenuto la notte del 5 gennaio 1987 sotto le stelle a Cittiglio e non si accenna a un trasporto successivo del corpo.