Omicidio Lidia Macchi, Binda legge il Vangelo a messa: "Tranquillo e pronto a difendersi"

Mercoledì 12 aprile la prima udienza

Stefano Binda (Ansa)

Stefano Binda (Ansa)

Varese, 11 aprile 2017 - È tranquillo nel carcere di Busto Arsizio. È anche pronto a parlare, senza esitazioni, per sostenere la sua assoluta innocenza. Intanto collabora al giornalino del carcere e legge nelle messe i brani del Vangelo. L’appuntamento per Stefano Binda è per domani alle 9.30 davanti alla Corte d’Assise di Varese.

L’aula bunker del Palazzo di giustizia ospiterà un processo che promette di essere lungo e mediatico. Guiderà la Corte Orazio Muscato, presidente della sezione penale, con al suo fianco il giudice Cristina Marzagalli, giudice supplente Alessandra Mannino. Cinque donne e un uomo compongono la giuria popolare come membri effettivi, due donne e un uomo i supplenti. Una delle giurate ha presentato un certificato medico ed è stata sostituita. Orazio Muscato e Cristina Marzagalli erano i giudici togati dell’Assise che venerdì scorso ha condannato al carcere a vita Alessandro Argenziano, processato per avere prima sedato e poi soffocato la moglie Stefania Amalfi. Il 23 aprile del 2012, come gup, Muscato ha assolto perché il fatto non sussiste lo psichiatra varesino Carlo Fraticelli nel “caso” di Giuseppe Uva. Aveva stabilito che l’artigiano non era morto per un farmaco sbagliato e aveva disposto la trasmissione degli atti alla procura “con riferimento agli accadimenti occorsi fra il fermo e l’ingresso in pronto soccorso dell’ospedale”. Dopo un periodo come presidente della seconda sezione civile del tribunale di Milano, Muscato è rientrato a Varese all’inizio del 2016.

I difensori di Binda, Patrizia Esposito e Sergio Martelli, hanno richiesto i fascicoli di cinque persone indagate per la vicenda Macchi, le cui posizioni sono state archiviate nel 1991; quattro fascicoli non sono ancora stati trovati. La difesa chiede la citazione di cento testimoni. Per l’accusa, il sostituto pg Gemma Gualdi ne richiede 83. Sono 283 quelli della lista depositata dall’avvocato Danile Pizzi, parte civile per la famiglia Macchi. Paola Bettoni, la madre di Lidia, è citata sia dal pg sia dalla difesa. Potrà assistere in aula dopo avere deposto. «E ci sarò, ci sarò sempre», ha assicurato.