Cardano al Campo, uccise sindaco Laura Prati: "Ex vigile non merita riduzione di pena"

La sentenza della Corte d'Assise d'Appello ha spiegato che "Pegoraro ha agito con premeditazione sparando per uccidere"

Laura Prati

Laura Prati

Cardano al Campo (Varese), 10 aprile 2018 - Lo scorso 27 marzo, è stato confermato l'ergastolo per Giuseppe Pegoraro, nell’udienza in Corte d’assise d’appello del processo che lo vede imputato perché ritenuto colpevole della morte di Laura Prati, ex sindaco di Cardano al Campo.  Pegoraro, ex vicecomandante della Polizia locale, il 2 luglio 2013 sparò al sindaco di Cardano al Campo (Varese), Laura Prati, morta dopo 20 giorni in ospedale e ferì anche l'allora vicesindaco, Costantino Iametti. I giudici (presidente della Corte Guido Piffer) hanno dunque accolto la richiesta dell'Avvocato generale Nunzia Gatto, che aveva chiesto la conferma dell'ergastolo inflitto in primo e secondo grado senza attenuanti. 

Oggi, nelle motivazioni della sentenza si legge che "non merita una riduzione di pena colui che decide di uccidere una persona con dolo intenzionale e con premeditazione", anche "qualora non sia possibile accertare tutti i profili del processo causale innescato dalla sua condotta, poi sfociata nell'evento-morte". 

La sentenza è arrivata nel processo di secondo grado 'bis' scaturito dal verdetto della Cassazione che aveva rinviato ad un nuovo giudizio per valutare la concessione o meno delle attenuanti generiche all'imputato. La Suprema Corte aveva parlato, infatti, di un "decorso causale complesso" nell'omicidio evidenziando, in particolare, due concause della morte di Laura Prati: la possibilità di un aneurisma pregresso e di una malformazione arteriosa. Per la Corte, presieduta da Guido Piffer, tuttavia, come si legge nelle motivazioni, Pegoraro, che ha agito con premeditazione sparando al sindaco per uccidere, non può ottenere le attenuanti, malgrado quel "nesso causale complesso". E ciò anche perché di fronte a fatti di "inaudita gravità oggettiva e soggettiva" non si possono "trovare elementi a favore del reo".