Cardano al Campo, uccise sindaco Laura Prati: "Ergastolo confermato per l'ex vigile"

La sentenza della Corte d'Assise d'Appello ha deciso: "No attenuanti"

Laura Prati

Laura Prati

Cardano al campo (Varese), 27 marzo 2018 - Confermato l'ergastolo per Giuseppe Pegoraro, nell’udienza in Corte d’assise d’appello del processo che lo vede imputato perché ritenuto colpevole della morte di Laura Prati, ex sindaco di Cardano al Campo.  Pegoraro, ex vicecomandante della Polizia locale, il 2 luglio 2013 sparò al sindaco di Cardano al Campo (Varese), Laura Prati, morta dopo 20 giorni in ospedale e ferì anche l'allora vicesindaco, Costantino Iametti. I giudici (presidente della Corte Guido Piffer) hanno dunque accolto la richiesta dell'Avvocato generale Nunzia Gatto, che aveva chiesto la conferma dell'ergastolo inflitto in primo e secondo grado senza attenuanti. "Abbiamo ottenuto giustizia e spero che con con oggi sia finita definitivamente, anche se nessuno mi darà indietro mia madre»", ha detto il figlio della vittima, dopo il verdetto. 

"Nessuna attenuante", aveva ribadito l'avvocato generale Nunzia Gatto, questa mattina, chiedendo la conferma della condanna all'ergastolo per l'imputato nel processo d'appello 'bis' scaturito dalla sentenza della Cassazione che aveva rinviato a un nuovo secondo grado per valutare, appunto, la concessione delle attenuanti generiche. La Suprema Corte aveva parlato di un "decorso causale complesso"  nell'omicidio evidenziando, in particolare, due concause della morte: la possibilità di un aneurisma pregresso e di una malformazione arteriosa. Per il pg, tuttavia, queste concause non rientravano nell'ipotesi di concessione delle attenuanti. La difesa, invece, con il legale Maria Grazia Senaldi, aveva chiesto che le attenuanti venissero riconosciute come superiori alla premeditazione (la pena verrebbe ridotta fino a 20 anni). 

In primo e secondo grado Pegoraro era stato condannato all' ergastolo per aver ammazzato l'allora sindaco della cittadina in provincia di Varese, per il tentato omicidio e per una serie di altri reati commessi in quel blitz, armi in pugno, negli uffici del Comune la mattina del 2 luglio 2013. "La sindaca non è stata uccisa da me - aveva ripetuto più volte l'ex agente - non è stata un'esecuzione, io ho mirato in basso, lei era affetta da una patologia di cui io non ero a conoscenza". E anche oggi il suo difensore ha ribadito che Pegoraro non voleva uccidere e che la Procura non ha indagato sull'operato dell'ospedale dove la donna venne portata "con un proiettile infilato nell'anca". L'ex vicecapo dei vigili quella mattina avrebbe agito per rancore nei confronti dell'amministrazione comunale, dopo essere stato sospeso dal servizio in seguito a una condanna per peculato. Una volta compiuto il blitz gettò un fumogeno nella sede dello Spi-Cgil di Cardano al Campo, fuggì in auto e fu arrestato dalla polizia dopo un'altra sparatoria. Prati, colpita da un aneurisma durante un intervento all'ospedale di Circolo di Varese, morì il 23 luglio 2013.

ha collaborato GABRIELE MORONI