Omicidio a Jerago con Orago: "Amore, la mamma ha fatto male alla nonna"

La drammatica telefonata notturna che ha rivelato la tragedua: assassinata una 94enne, arrestata la figlia

Carabinieri e magistratura sul luogo del delitto a Jerago con Orago

Carabinieri e magistratura sul luogo del delitto a Jerago con Orago

Jerago con Orago (Varese), 4 giugno 2020 - «Amore mio , la mamma ha fatto del male alla nonna". Un pugno allo stomaco. Una telefonata che mai una 44enne di Carnago avrebbe pensato di ricevere. Lo choc, le lacrime, la paura, lo smarrimento. Infine, la decisione di andare dai carabinieri insieme al marito, per denunciare sua madre. Così i carabinieri hanno scoperto della morte di Giulia Giacomini, 94 anni, aggredita a morte dalla figlia Gianna Guglielmetti, 72 anni, la notte scorsa a Jerago con Orago. L’anziana donna, malata di Alzheimer da tempo, a quanto emerso è stata colpita alla testa più volte con una statuetta a forma di angelo che si trovava su una mensola dell’abitazione di via Mazzini.

Erano circa le sette e trenta del mattino quando al citofono della stazione dei carabinieri di Albizzate ha suonato una donna sorretta dal marito, visibilmente provata. Ricevuta all’interno ha chiesto di poter parlare immediatamente con qualcuno, per segnalare un grave delitto. Pochi minuti dopo, la testa tra le mani e le lacrime che non smettevano di scorrere, ha raccontato ai militari della telefonata ricevuta dal padre meno di un’ora prima in cui l’anziana genitrice le aveva rivelato di aver ucciso la nonna. Ricevuta comunicazione dai colleghi, i carabinieri di Gallarate sono partiti alla volta della casa di corte dove abita la famiglia Guglielmetti. Dietro la porta di quell’abitazione che una volta custodiva solo ricordi felici si trovavano Gianna Guglielmetti, suo marito e la vittima, riversa a terra in una pozza di sangue.

Alla vista dei militari la 72enne ha accusato un malore. È stata chiamata un’ambulanza per soccorrerla. Poco più tardi sono arrivati i militari del Nucleo Investigativo di Varese, guidati dal tenente colonnello Paolo Tiadina, il procuratore capo di Busto Arsizio Gianluigi Fontana e il pm Massimo De Filippo, unitamente al medico legale. Secondo i primi accertamenti l’anziana è morta intorno alle due del mattino: alcuni vicini di casa hanno raccontato di aver sentito dei rumori proprio a quell’ora ma senza pensare a qualcosa che li potesse spingere a chiamare il 112.

La presunta assassina, dopo essersi ripresa dal malore, ha parlato agli inquirenti di grandi difficoltà dovute alla gestione dell’anziana madre malata che, come tutti coloro che sono affetti da patologie degenerative, probabilmente non riusciva a riconoscere i familiari e spesso - sembra - manifestava il desiderio di uscire di casa anche nel cuore della notte. La signora Giulia, per altro, sarebbe stata in ospedale fino a qualche settimana fa, proprio per accertamenti legati alla patologia di cui soffriva, prima di tornare a casa di sua figlia. La “testimonianza“ della presunta killer si è conclusa con una confessione completa: Gianna è stata arrestata con l’accusa di omicidio volontario e portata nel carcere femminile di Como. La procura, data l’età avanzata, nelle prossime ore potrebbe anche chiedere un alleggerimento della misura cautelare. Ancora al vaglio, invece, la posizione del marito dell’omicida, il quale era presente in casa al momento del delitto ma a quanto emerso non avrebbe effettuato alcuna telefonata ai numeri di emergenza. L’uomo dovrebbe essere sentito a breve. La ricostruzione delle cinque ore tra l’ora ipotizzata del delitto e la chiamata da lui fatta alla figlia è l’ultimo dettaglio che toccherà chiarire degli investigatori. Restano il dramma e il senso di responsabilità della figlia di Gianna che, appena ricevuta la telefonata di sua madre, nonostante il grande dolore e la difficoltà di dover svelare l’accaduto, non ha esitato e si è presentata ai carabinieri.