Omicidio Carmela Fabozzi a Malnate: il sangue sotto le scarpe all'esame del Ris

Iniziati gli esami irripetibili: si avvicina la chiusura indagini e l’udienza preliminare per l’uomo accusato di omicidio

Ris a Malnate nell’abitazione di Carmela Fabozzi

Ris a Malnate nell’abitazione di Carmela Fabozzi

Malnate (Varese) - ​Sull’omicidio di Carla Fabozzi a Malnate la parola passa ai Ris di Parma. Sono iniziati ieri gli esami non ripetibili che dovrebbero portare senza più dubbi verso la chiusura delle indagini e quindi all’udienza preliminare per Sergio Domenichini, il 66enne accusato di omicidio.

L’uomo, gravato di numerosi precedenti, ha lasciato una serie di tracce all’interno dell’appartamento della donna. Si era introdotto nell’appartamento colpendo per nove volte la vittima con un vaso di vetro pesante. Le sue impronte sono state trovate proprio all’interno dell’oggetto ed i Ris stanno ora analizzando anche il sangue trovato sotto le scarpe di Domenichini per cercare di stabilire se appartenga o no alla vittima. Gli esperimenti peritali sulle tracce ematiche trovate potrebbero inchiodare definitivamente l’uomo.

La sua legale Francesca Cerri, lo ha incontrato due giorni fa a Pavia: "Nell’interrogatorio di garanzia si è avvalso della facoltà di non rispondere. Adesso vedremo come proseguiranno le indagini e poi valuteremo insieme colloquio con il pubblico ministero". L’indiziato ha dalla sua l’accusa pesantissima di omicidio volontario ed è stato da poco trasferito al carcere di Pavia. Domenichini aveva conosciuto la sua vittima per via della sua attività presso un’associazione di volontariato a favore degli anziani. Una volta uccisa la donna sarebbe passato più volte in auto davanti all’abitazione della vittima prima di decidere di partire per le vacanze la sera del delitto. Era il 22 luglio e aveva deciso di proseguire con la sua compagna, come nulla fosse accaduto, il suo soggiorno a Lignano Sabbiadoro fino al 17 agosto, truffando pure l’albergo che lo aveva ospitato. L’uomo da due anni si era avvicinato all’associazione Anteas di Varese come volontario. La stessa associazione ha spiegato che la vittima non era inserita nelle schede degli anziani collegati ai servizi.