"Nessuno pensa a noi radiologi"

Sottoposti a turni massacranti e ad alto rischio, chiedono la stessa considerazione di medici e infermieri

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di Valentina Rigano

"Anche noi lavoriamo con turni estenuanti, anche noi siamo chiamati a sacrifici che facciamo per passione e professionalità, ma senza riconoscimento pubblico e tanto meno contrattuale. Vorremmo solo che ci venisse riservato lo stesso trattamento di medici e infermieri". Sono le parole, arrivate alla nostra redazione, di alcuni radiologi e fisioterapisti degli ospedali della provincia di Varese, che da inizio emergenza lavorano senza sosta al fianco dei camici bianchi e verdi dal marzo scorso definiti “eroi” e ancora oggi impegnati nella lotta al coronavirus. A dar loro manforte è intervenuto anche Alessandro Beux, presidente della federazione nazionale degli ordini cui fanno riferimento i professionisti.

"Vogliamo spiegare che la nostra non vuole essere una polemica, ma immaginate cosa significhi lavorare così tanto nel totale silenzio sia mediatico che rispetto alle attenzioni delle istituzioni – ha spiegato un radiologo varesino –. Perché i cittadini forse non sanno cosa succede una volta che un paziente Covid arriva in ospedale". Difatti, dopo essere stato visitato ed essere stato designato al reparto Covid perché positivo, un paziente, a seconda della gravità della sua situazione, inizia la sua battaglia contro il virus assistito anche da radiologi e fisioterapisti. "Dopo la prima diagnosi viene effettuata immediatamente una lastra, perciò anche per noi questi mesi sono stati corse da mattina a sera su e giù per i reparti, turni infiniti e dispositivi di sicurezza da intercettare e poi tenere addosso ore e ore", ha proseguito il radiologo. "Per dare certezza alla diagnosi di polmonite bilaterale servono infatti gli esami radiologici". Una volta che il paziente inizia la sua ripresa, soprattutto quando parliamo di casi in cui i polmoni hanno sofferto, entra in gioco la riabilitazione. "Come per chi si è rotto un ginocchio, anche per chi ha lottato contro il Covid c’è da fare riabilitazione", continua il professionista, "i colleghi fisioterapisti assistono i pazienti affinché rieduchino i polmoni a respirare correttamente, senza somministrazione di ossigeno, un percorso delicato dopo una patologia del genere". In tutta questa situazione, ha poi sottolineato Alessandro Beux, "si è dimenticata una porzione di professionisti che sono stati impegnati esattamente come gli altri, sottoposti agli stessi rischi". Poi, ha aggiunto, "oggi si parla di assunzioni, di compensi per chi sta affrontando l’emergenza Covid, ma fino a poco tempo fa queste categorie erano state totalmente ignorati". Radiologi e fisioterapisti, ha concluso Beux "si sono sentiti tagliati fuori, dimenticati, e non è corretto, meritiamo la stessa considerazione di tutti gli altri, da ogni punto di vista".