Nel terziario si torna ad assumere ma il lavoro è sempre più precario

Quasi mille imprese in più nel 2021 soprattutto tra Varese, Gallarate, Busto Arsizio e Saronno

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di Lorenzo Crespi

Il terziario spinge la ripresa dell’economia varesina. Una tendenza che emerge dal General report 2022 realizzato da Spazio indagine Varese, l’osservatorio degli enti bilaterali provinciali. A illustrarlo, il responsabile del centro studi Alessandro Minello.

L’analisi fotografa la situazione al 31 dicembre 2021 sul territorio, con il terziario che registra un aumento di 925 imprese rispetto al 2020. L’87,5% delle nuove realtà si concentra nella parte centro-meridionale della provincia, tra Varese, Gallarate, Busto Arsizio e Saronno.

Dal punto di vista dei settori, la crescita del terziario è sostenuta principalmente dalle attività dei servizi (+676 in un anno, pari al +2,6%). Le dinamiche annuali confermano inoltre la ripresa definitiva del settore turistico (+173, pari al +3%), che già in piena fase pandemica aveva dimostrato una discreta resilienza, nonostante le limitazioni imposte dal periodo. Il tasso di crescita registrato a Varese risulta il doppio di quello regionale.

La vera novità di questo 2021, tuttavia, è costituita dal bilancio positivo degli esercizi commerciali (+76 pari al +0,4%), il cui aumento si era già intravisto nella prima parte dell’anno.

Oltre alle imprese cresce anche il numero degli imprenditori: sono 454 in più nei servizi e 78 per il turismo. Nel commercio invece si registra un calo di 35 unità.

Quindi segue un focus sul mercato del lavoro nel terziario, tra luci e ombre. Il dato positivo salta subito all’occhio ed è costituito dai quasi novemila (8.996 per l’esattezza) posti di lavoro in più a fine 2021, ovvero il saldo tra 77.444 avviamenti e 68.448 cessazioni di rapporti lavorativi.

La maggior parte delle nuove posizioni lavorative è stata maturata in aziende del comparto turistico (4.136) e dei servizi (5.118), gli unici settori in grado sviluppare opportunità occupazionali dopo un anno di pandemia. Il commercio invece registra un calo di 258 addetti, che è comunque più limitato rispetto a quello dell’anno precedente.

Un’altra buona notizia viene dalla presenza dei giovani: la maggior parte delle posizioni acquisite nel corso del 2021 riguarda under 30 (+7.747 posti di lavoro), il cui numero aumenta sensibilmente dal 2020 (il saldo precedente era di +5.249), riportandosi ai livelli prepandemici. Ma c’è anche un lato negativo: il lavoro è sempre più precario, con una prevalenza di contratti a chiamata e di tipo parasubordinato, a sfavore delle tipologie contrattuali più stabili.