Morto inseguendo il sogno della montagna

Tragedia in Val d’Aosta: il varesino Matteo Pasquetto vittima di un incidente. Uno sbilanciamento lo fa precipitare nel vuoto .

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di Valentina Rigano

Voleva volare, sempre più in alto, la neve negli occhi e l’azzurro rarefatto del cielo nelle narici. Un blocco di ghiaccio poi, di quel bianco accecante che era parte del suo quotidiano, lo ha strappato via alla montagna e alla vita in un punto dove la sua stessa vetta non avrebbe mai dovuto tradirlo. Così è morto Matteo Pasquetto, 25enne di Varese, aspirante guida alpina, ieri mentre contemplava la via nota dopo averne appena aperto una nuova lungo la parete Est delle Grandes Jorasses, sul Monte Bianco, con Matteo Della Bordella, presidente dei Ragni di Lecco, e un’altra aspirante guida.

Classe ‘94, nato e cresciuto a Varese, Matteo si era laureato in Geologia all’Università Bicocca di Milano. La passione per le vette nelle vene, aveva deciso di dedicare loro la vita. Ogni giorno, sulla sua pagina Facebook, foto che lo ritraggono arrampicato su una parete rocciosa, su un costone innevato, con i compagni di scalata, come se per lui fosse la cosa più naturale del mondo. Stava studiando per completare la sua preparazione professionale, che lo avrebbe reso a tutti gli effetti un maestro delle scalate.

Il 24 luglio, in un ultimo appassionato e dettagliato post, ha raccontato di un esame per poter accedere alla fase finale della certificazione a guida alpina. "Il terzo e ultimo giorno di questo esame, spinti dalla curiosità, siamo andati a dare un’occhiata a “le medaglie di Mattley”", ha scritto Pasquetto. "Ci aspettavamo qualcosa di più tranquillo, la via si è rivelata estremamente bella ma anche decisamente impegnativa...". Ieri è partito con i due compagni di avventura per una nuova sfida, ha sudato concentrato fino a 3.500 metri per arrivare là dove nessuno era ancora mai passato, dove nessuna orma era mai stata tracciata, perché in montagna ogni nuova pista, seppur distante una manciata di metri, nasconde insidie che sanno di conquista. Era ormai sulla via del rientro quando insieme agli altri due alpinisti si è fermato a riposare, forse a contemplare l’impresa appena compiuta. E lì come un macabro passaggio segreto nascosto, un blocco di ghiaccio su cui si era poggiato si è capovolto all’improvviso, trascinandolo con sé verso una gola, senza lasciargli via di scampo.

I compagni di cordata, affranti, sono rimasti sgomenti. Lui che sognava sfide in tutto il mondo, su ogni vetta possibile e impossible, preparato e pronto e mai incosciente, è stato vittima di quello che in montagna chiamano "imprevisto incalcolabile", senza alcun collegamento con condizioni meteo o rischi valanghe sottovalutati. Chi ha collaborato a soccorrerlo ha detto che i tre uomini "erano forti e preparati", che hanno avuto molta "sfortuna". Il destino, a volte, sceglie vie davvero inconsuete, come ha sempre fatto anche Matteo.