Saronno, incubo senza fine: altre quattro morti sotto la lente

Possibili esumazioni. Amanti e 12 indagati verso il processo

Leonardo Cazzaniga e Laura Taroni

Leonardo Cazzaniga e Laura Taroni

Saronno (Varese), 21 giugno 2017 - Quattro nuovi casi di morti sospette emersi dalla “radiografia” di un’ottantina di cartelle cliniche sequestrate all’ospedale di Saronno il 29 novembre dell’anno scorso, giorno dell’arresto di Leonardo Cazzaniga e Laura Taroni. Viceprimario medico anestesista lui, infermiera lei, sono iprincipali indagati nella maxinchiesta “Angeli e demoni”. L’indagine su questi altri episodi da approfondire - accertamenti sono in corso e non si esclude la possibilità di riesumare i cadaveri - proseguiranno in parallelo alla vicenda giudiziaria, che ha appena vissuto una nuova tappa con il deposito della richiesta di rinvio a giudizio per i due “amanti diabolici” e altre dodici persone.

I cocktail sospetti di farmaci del “protocollo Cazzaniga” (era lo stesso medico a chiamarlo così) le documentazioni relative ai ricoveri di Massimo Guerra, il marito di Laura Taroni morto a luglio del 2013, le segnalazioni degli infermieri (in primis la denuncia di Clelia Leto) del pronto soccorso alla dirigenza ospedaliera: tutto questo materiale è incluso nella richiesta di rinvio a giudizio. Che, per quanto riguarda Cazzaniga, comprende anche l’accusa di minacce aggravate nei confronti di Leto, a lui “disobbediente” e quella di falso ideologico in concorso con un collega, per un certificato destinato all’assicurazione del marito dell’amante.

È stato chiesto il processo anche per i medici che, riuniti in commissione per valutare le segnalazioni del personale ospedaliero, conclusero non vi fosse alcun elemento per una denuncia formale. Dovranno rispondere di omessa denuncia e favoreggiamento. Tra loro ci sono anche l’allora direttore sanitario ospedaliero Paolo Valentini e l’ex responsabile del pronto soccorso Nicola Scoppetta, ai domiciliari da marzo. Per quest’ultimo spunta anche l’accusa di omessa denuncia relativamente a uno dei nuovi casi sospetti, al vaglio degli inquirenti.

In totale, quindi, le morti sotto le lenti degli inquirenti sono dieci. I quattro decessi contenuti nel capo d’imputazione, tre pazienti del pronto soccorso e il marito di Laura Taroni, al quale sarebbero stati somministrati dosi eccessive di farmaci a sua insaputa (al medico sono contestati tutti gli episodi, all’infermiera solo la scomparsa del consorte). I casi di Luciano Guerra e Maria Clerici, rispettivamente suocero e madre dell’ex dipendente dell’ospedale (addebitati a entrambi, il pool di periti che sta effettuando esami sui resti dei due ha chiesto una proroga per il deposito della consulenza) e queste quattro “nuove” morti, filone su cui l’inchiesta prosegue. Per quanto riguarda l’udienza preliminare, dovrebbe essere fissata tra la seconda e terza settimana di luglio.

L'ichiesta “Angeli e demoni” ha sconvolto l’ambiente della sanità varesina, gettando nell’occhio del ciclone il pronto soccorso dell’ospedale di Saronno. Il 29 novembre del 2016 Leonardo Cazzaniga e Laura Taroni, colleghi nel nosocomio di piazzale Borella e amanti, furono arrestati e portati in carcere (lui a Busto Arsizio, lei al Bassone di Como), mentre i carabinieri perquisivano le loro stanze, alla ricerca di documenti da inserire nel fascicolo dell’inchiesta sulle morti sospette. Le intercettazioni rivelarono un quadro da film horror, fra riferimenti all’uso disinvolto di farmaci e giudizi sprezzanti su familiari e pazienti. Non meno scalpore suscitarono i silenzi degli allora dirigenti dell’ospedale, accusati di aver messo a tacere le voci sul “protocollo Cazzaniga” e, nella sostanza, di aver coperto la coppia.