Saronno, gli amanti killer e i medici distratti: indagini chiuse, ora rischiano in 15

Verso il giudizio. Anche chi non li fermò può finire a processo

A sinistra, l’infermiera Laura Taroni con l’ex viceprimario del pronto soccorso Leonardo Cazzaniga

A sinistra, l’infermiera Laura Taroni con l’ex viceprimario del pronto soccorso Leonardo Cazzaniga

Saronno (Varese), 21 maggio 2017 - Si sono incontrati  in corsia e si sono innamorati. Un matrimonio “difficile” e due figli lei, lui un passato amoroso burrascoso alle spalle. Le loro vite potevano essere le basi di una storia a lieto fine, sono divenute invece gli ingredienti di cocktail letali di farmaci, che avrebbero portato alla morte sette persone. È la trama dell’inchiesta “Angeli e Demoni”, protagonisti l’ex vice primario del pronto soccorso di Saronno Leonardo Cazzaniga e la sua amante, l’infermiera Laura Taroni. Ora la Procura di Busto Arsizio sta comunicando ai due principali indagati l’avviso di chiusura indagine sulla morte del marito di Taroni, Massimo Guerra, e di quattro pazienti del pronto soccorso, trattati da Cazzaniga. Attraverso i loro avvocati, Ennio Buffoli e Monica Alberti per l’altra, hanno a disposizione venti giorni per presentare eventuali memorie difensive o chiedere di essere sentiti, prima della presumibile partenza della richiesta di rinvio a giudizio. Le indagini riguardano anche i dodici medici accusati a vario titolo di falso, omessa denuncia e favoreggiamento. Tra loro il primario del pronto soccorso di Saronno Nicola Scoppetta, ai domiciliari dallo scorso marzo.

«Sono l’angelo della morte» e, ancora, «a questo paziente applichiamo il protocollo Cazzaniga». Queste le frasi che il viceprimario arrestato sarebbe stato solito pronunciare nei corridoi del pronto soccorso. Una macabra ironia, che secondo l’inchiesta si sarebbe tradotta nella morte di quattro pazienti. La segnalazione sul suo modo di lavorare è stata inviata da due infermieri alla direzione ospedaliera, in capo a Paolo Valentini, che sulla vicenda ha avviato una commissione interna composta da Nicola Scoppetta, Roberto Cosentina (allora direttore sanitario a Busto Arsizio), l’anestesista Fabrizio Frattini, il medico legale Maria Pennuto e il dottor Claudio Borgio. La commissione, a fine lavori, aveva però deliberato non vi fossero elementi per una denuncia. Decisione costata a tutti i componenti un’accusa di favoreggiamento personale e omessa denuncia. Altri due medici, Giuseppe Di Lucca ed Elena Soldavini, sono invece indagati per non aver denunciato Cazzaniga nonostante fossero a conoscenza della morte di un paziente causata da sua incongrua somministrazione di farmaci.

Nella famiglia Taroni si erano verificati tre decessi, a distanza di pochissimo tempo l’uno dall’altro. Prima Massimo Guerra, marito dell’infermiera, poi sua madre Maria Rita Clerici e infine il suocero, Luciano Guerra. Massimo Guerra, come si capisce dalle carte, descritto da Laura Taroni come un uomo a tratti violento, secondo le accuse sarebbe stato indotto a credere di essere malato di diabete, sottoposto a somministrazione di farmaci a sua insaputa, fino ad arrivare al decesso. A creare il cocktail letale, anche in questo caso, sarebbe stato il viceprimario. Guerra poi, sarebbe stato ricoverato a Saronno, costantemente assistito dalla coppia. Per aver redatto presunti referti attestanti la falsa malattia di Guerra, sono indagati i medici Giancarlo Favia, Simona Sangion e Daniele Sironi. Ancora da chiudere sono invece le indagini sulla morte di Clerici e Luciano Guerra, la cui perizia effettuata sulla salma riesumata, dovrebbe essere consegnata entro giugno. Agli inquirenti restano ancora quaranta casi da esaminare, le cui cartelle sono state sequestrate in ospedale il 29 novembre scorso, giorno degli arresti.