Morti sospette all'ospedale di Saronno, Cazzaniga: "Non provavo alcun piacere"

L'ex viceprimario imputato: "In quel periodo ero in cura da uno psichiatra"

Leonardo Cazzaniga

Leonardo Cazzaniga

Saronno (Varese), 8 ottobre 2018 - «Non provavo alcun piacere a veder morire i pazienti, anzi, mi provocava autentica sofferenza. In quel periodo ero in cura da uno psichiatra, ma senza che questo influenzasse minimamente la mia professione di medico». Lo ha dichiarato oggi in aula Leonardo Cazzaniga, ex viceprimario del Pronto soccorso di Saronno imputato a processo in Tribunale a Busto Arsizio per undici morti sospette in corsia e tre nella famiglia dell'ex amante, l'infermiera Laura Taroni.

Assistito dal suo avvocato Ennio Buffoli, Cazzaniga ha preso la parola per ribattere alla dichiarazione di una teste, la dottoressa Elena Soldavini, la quale ha dichiarato in aula di non aver «mai sentito parlare del protocollo Cazzaniga» e di aver pensato che l'unico motivo dell'agire del collega potesse essere «provare piacere nel veder morire i pazienti». Rispetto alla morte di Angelo Lauria, uno dei pazienti su cui si sono concentrate le indagini della Procura di Busto Arsizio, Cazzaniga ha detto che «è arrivato in pronto soccorso in grave difficoltà respiratoria, su un paziente multitumorale era necessario un trattamento palliativo».