Morta a 19 anni, il dolore della madre: "Voglio sapere cosa è successo"

Alexandra arrivò senza vita all'ospedale dopo una serata con il fidanzato e gli amici

Maria Patrulesco con l’avvocato Gianluca Vissi

Maria Patrulesco con l’avvocato Gianluca Vissi

Varese, 6 aprile 2018 - «​Voglio soltanto sapere cosa è accaduto a mia figlia quel giorno». Maria Patrulesco stringe le mani dell’avvocato Gianluca Vissi, mentre racconta la storia della figlia Alexandra, morta a soli 19 anni l’11 settembre del 2015 a Galliate, nel Novarese. Una famiglia varesina d’adozione: la mamma arriva in Italia sei anni prima della drammatica scomparsa. La ragazza resta con il padre per un periodo, poi raggiunge mamma. «Per cambiare vita». Alexandra è tossicodipendente. «Lo so - dice la madre - ma non cambia nulla. Era la mia bambina e io voglio sapere cosa è successo».

Di certo c’è un’indagine della procura di Novara sulla morte della ragazza con una, (tardiva?), richiesta di archiviazione da parte del pm. «Da tre anni quasi - spiega Vissi - attendiamo che venga fissata l’udienza per decidere se andare avanti o meno al fine di garantire giustizia alla giovane». Cosa è successo? Dopo l’arrivo in Italia Alexandra inizia a lavorare nei night club. Si fidanza con un uomo più grande. Noto per fatti legati allo spaccio. Lei ne è schiava: non riesce a liberarsi dalla cocaina. Nella notte tra il 10 e l’11 settembre 2015, il dramma. «A quanto ricostruito - spiega Vissi - il fidanzato organizzò una serata a quattro. Alexandra con lui; una conoscente della ragazza con un amico del fidanzato». Gli amici se ne vanno e Alexandra resta sola con il compagno. Arriverà morta - da almeno tre ore dicono i periti - all’ospedale di Novara alle 17 dell’11 settembre.

Ma cosa è accaduto quella notte? «È ciò che vorrei capire», spiega Maria. Ci sono telefonate. La mattina dell’11 alle 9.50 la giovane chiama un amico due volte. Poi il fidanzato, alle 10.26 chiama ripetutamente la madre che abita al piano di sopra. Ai carabinieri il ragazzo spiegherà che dopo il festino intorno alle 6 la coppia è andata a dormire. E che lui svegliandosi intorno alle 15 avrebbe trovato la compagna morta con un rivolo di sangue dalla bocca. A quel punto l’avrebbe avvolta in una coperta e portata in ospedale, dove la vittima arriva alle 17, con i medici che, in base al rigor mortis stabiliscono che il decesso è avvenuto almeno tre ore prima. Ci sono più fatti: la giovane che alle 4 posta foto di sé in accappatoio che sullo sfondo mostrano tracce di droga e alcol. E ci sono quelle chiamate fatte dal fidanzato alla madre, trovata a ripulire l’appartamento dei due dai carabinieri, con tanto di lenzuola già messe in lavatrice. «Per noi - conclude Vissi - vanno verificate tre ipotesi di reato: la cessione di droga, la morte in conseguenza di questa cessione e l’omissione di soccorso». In sintesi ciò che si vuole verificare è se il fidanzato abbia lasciato la giovane senza aiuto, “uccidendola” in via indiretta.