Monteviasco, nessuno vuole gestire la funivia. E la comunità rimane isolata

Dopo lo stop a fine 2018 l’impianto è stato riparato ma l’asta per l’assegnazione del servizio va deserta

La bellezza di Monteviasco attira i turisti, ma viverci ogni giorno non è così semplice

La bellezza di Monteviasco attira i turisti, ma viverci ogni giorno non è così semplice

Curiglia con Monteviasco (Varese) - Tra pochi giorni saranno trascorsi 4 anni da quel 12 novembre 2018 che ha cambiato la vita degli abitanti di Monteviasco, poco meno di 10 persone che continuano nonostante tutto a presidiare le caratteristiche case coi tetti di pietra della piccola frazione, che fa parte del Comune di Curiglia con Monteviasco. In quel giorno Silvano Dellea, manutentore della funivia che collega il nucleo montano col fondovalle, perse tragicamente la vita mentre era al lavoro sull’impianto. Da allora le cabine non si sono più mosse e quello che si appresta ad iniziare sarà il quinto inverno senza collegamenti con la "civiltà" per i residenti, fatta eccezione solo per una mulattiera di oltre 1400 gradini.

Dopo il dissequestro della struttura nei mesi scorsi sono stati completati i lavori per il ripristino del funzionamento della funivia ma tutte le gare per l’affidamento dell’impianto sono andate deserte. Nessun gestore si è fatto avanti: un problema che è stato al centro dell’ultima riunione istituzionale sul tema convocata in Prefettura a Varese la scorsa settimana, da cui non sono emerse novità, se non il ribadito impegno ad individuare soluzioni, con le parti che si sono accordate per reincontrarsi il prossimo 16 novembre.

La criticità principale è legata alla difficoltà nella ricerca di figure professionali che possano ricoprire il ruolo di direttore di esercizio e di capo servizio. Una fase di stallo e di attesa che dunque continua, tanto che alcuni residenti hanno preso carta e penna per scrivere una lettera e lanciare una provocazione, cioè la richiesta di annettere il borgo alla vicina Svizzera, notoriamente esempio di efficienza a differenza della lunga burocrazia italiana. Un grido d’allarme a cui ha voluto dare risposta il deputato della Lega Stefano Candiani, che ha pubblicato a sua volta un appello rivolgendosi agli altri parlamentari eletti in provincia di Varese alle ultime elezioni.

"Gli abitanti di Monteviasco hanno ragione. É ora di dare una seria risposta, perché non può essere che di questo piccolo borgo del Luinese lo Stato si ricordi solo quando magari accade qualche fatto eclatante".​ A riguardo è dal 2013 "che insisto sul riconoscimento di una Zes – aggiunge Candiani – ovvero una zona economica speciale con sgravi e agevolazioni per contrastare spopolamento e impoverimento di tutte le aree di confine con la Svizzera. Ne parlerò nei prossimi giorni anche con gli altri parlamentari eletti in provincia di Varese, a prescindere dalla loro appartenenza politica, pronto a collaborare con chiunque ci starà".