Maxi-traffico di eroina e marijuana Patteggia la banda di albanesi

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di Paola Pioppi

Eroina verso la Svizzera, marijuana verso l’Italia. Un traffico vastissimo, gestito da albanesi residenti tra il Comasco e Lucca, scoperto nel 2018 dalla Guardia di finanza del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Milano, arrivato ora a processo. Tutti gli indagati hanno deciso di patteggiare, tranne tre: due irreperibili e Mariglen Mema, ucciso a 35 anni a colpi di kalashnikov in un bar di Valona, dove stava prendendo un caffè. L’omicidio era avvenuto nello stesso periodo in cui in Italia si concludevano le indagini a suo carico: ad ucciderlo era stato un connazionale di 33 anni, conosciuto in Italia e come lui coinvolto in attività di spaccio di stupefacenti, che dopo essere uscito dal bar si era tolto la vita con quello stesso fucile mitragliatore. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore di Como Antonio Nalesso avevano ricostruito numerose spedizioni di sostanze stupefacenti in Italia e in Svizzera, sequestrando man mano 450 chili di marijuana, 10 di eroina e altri 200 di sostanza destinata al taglio dell’eroina. Secondo le accuse, gli indagati importavano droga dall’Albania per la successiva rivendita in Italia e in Svizzera, utilizzando modalità di comunicazione in codice e articolati sistemi di occultamento dei carichi. I patteggiamenti più alti, 5 anni, formalizzati dal Gup Walter Lietti, sono giunti per Altin Braho, 40 anni residente a Como. E per Renato Burreli, 34 anni di Lucca, che già a novembre 2013 era stato fermato a Como con 200 chili di marijuana nascosti in un vano del suo furgone, e condannato a 4 anni di carcere. Hanno patteggiato 4 anni di reclusione Dorian Daku, 52 anni di Casnate con Bernate, Gentian Prifti, 45 anni e Arjol Rehxo, 39 anni, entrambi residenti in Albania. Tre anni per Arjan Zejno "il brizzolato", 53 anni, 2 anni e 10 mesi per Tomor e Alban Shehu, 84 e 54 anni di Como, padre e figlio. Infine hanno patteggiato 2 anni Adelina Tafa, 34 anni di Como ed Elton Xherri, 41 anni di Como. Le indagini hanno ricostruito cessioni e transiti di droga con quantitativi che variavano da uno a trenta chili, attività per la quale gli indagati si riunivano di volta in volta in gruppi di tre o quattro, con mansioni diverse di trasporto, occultamento o distribuzione della sostanza.