"Terrone fai schifo": insulti e botte ai bimbi: sospesa la maestra del nido

Nel Varesotto indagata la titolare di una struttura per bambini che insultava e schiaffeggiava i piccoli. Incastrata dalle microspie

I maltrattamenti ai danni dei bambini

I maltrattamenti ai danni dei bambini

Cocquio Trevisago (Varese), 7 dicembre 2019 - «Sei sardo , sordo e rinc...to», «sei proprio un terrone», «fai schifo», e poi schiaffi e sculacciate quando i bambini piangevano. Per farli dormire li costringeva nei passeggini, mentre lei si appartava con il fidanzato in una stanzina, dove consumavano rapporti sessuali. È accusata di pesanti abusi la maestra e titolare di un asilo nido privato di Cocquio Trevisago, in provincia di Varese, sottoposta ieri a misura cautelare di sospensione dall’attività professionale per sei mesi, al termine di un’indagine condotta dai carabinieri della Compagnia di Varese, coordinati dalla Procura territoriale. Lei, inchiodata dalle intercettazioni e dalle telecamere posizionate dagli inquirenti, ha ammesso parzialmente le responsabilità, affermando però di non aver mai «voluto davvero offendere i piccini».

Il menù d’autunno pubblicato sulla pagina Facebook, istantanee di apparenti serene e gioiose giornate trascorse fra pittura per le mani, castagne da sbucciare, i giochi in giardino d’estate, il nido di Coquio Trevisago, per circa 500 euro al mese (200 per tre ore al mattino), prometteva di regalare ai piccolini spensieratezza e accudimento. Secondo le indagini però, in quelle salette dipinte di giallo a pallini colorati il clima era completamente diverso. I bambini, cinque, sei, a seconda dei periodi, da pochi mesi a due anni d’età, vivevano tra esplosioni di rabbia, insulti, strattoni e sculacciate da parte della maestra. La prima a rendersi conto che qualcosa non andasse è stata Patrizia, mamma di un bambina di due anni. «Mia figlia stava facendo l’inserimento, ma dopo appena una settimana la maestra mi disse che non dovevo più andare – racconta – ma non ero tranquilla, così ho lasciato entrare mia figlia e io sono rimasta fuori dalla porta».

Qualche minuto dopo Patrizia dice di aver sentito la figlia «esplodere in un pianto di terrore» e poi di averla udita vomitare. Quando una collaboratrice ha aperto la porta, stupita di trovarla ancora lì, lei si è catapultata dentro e ha trovato la bimba «seduta da sola su una sedia, sporca, mentre la maestra era altrove». La donna ha rivestito sua figlia ed è andata via, per tornare poi a chiedere spiegazioni. «Hai visto male, dici ca.....te, adesso te ne puoi anche andare», questo mi ha detto la maestra». Patrizia ci ha pensato e ripensato, poi ha deciso di denunciare. Non senza difficoltà, con altri genitori. Le indagini hanno confermato i peggiori sospetti.