Malpensa, tassa d'imbarco: rinviata di un anno l’udienza per la causa sugli arretrati

Comuni imbufaliti: "Ci sentiamo presi in giro"

Passeggeri a Malpensa

Passeggeri a Malpensa

Ferno (Varese), 18 novembre 2018 - Un anno di attesa: l’udienza a Roma che riguarda la causa avviata da Ancai (Associazione nazionale comuni sedi di aeroporto) al ministero delle Finanze in merito al pagamento degli arretrati dell’addizionale comunale sui diritti di imbarco, è stata rinviata al 18 novembre 2019.

"Era stata fissata a metà gennaio 2019 – fa sapere Mauro Cerutti, vicesindaco di Ferno e battagliero presidente di Ancai, al secondo mandato – invece ecco l’amara sorpresa, il rinvio a novembre, tra un anno. Che dire: mi sembra l’ennesima presa in giro".

Una questione, quella della richiesta di arretrati da parte dei Comuni (sono 21 quelli che hanno fatto ricorso) che secondo il presidente di Ancai può essere risolta solo riconoscendo quanto indicato nella legge che ha istituito la tassa di imbarco, della quale fin dall’inizio dell’applicazione, 2005, ai Comuni non è mai arrivato il dovuto, cioè l’euro per passeggero. Nel frattempo la tassa è lievitata. "Oggi è pari a 6,70 euro – sottolinea Cerutti – ma noi Comuni riceviamo 20 centesimi, briciole mentre tra mille difficoltà i nostri enti continuano ad erogare servizi agli aeroporti, i cui costi ricadono poi sui nostri bilanci".

Fatti i conti, i Comuni di Ancai hanno un monte di arretrati da riscuotere dalle casse dello Stato che ha incamerato l’addizionale sui diritti di imbarco pari a 96 milioni di euro accumulati nel periodo 2005 – 2015. "Per i 21 Comuni che hanno avviato la causa per ottenere gli arretrati – continua Cerutti – sono ben 56 milioni di euro".

La battaglia va avanti ma certo amareggia, fa rilevare ancora il presidente di Ancai, "il fatto che dobbiamo attendere ancora un anno per l’udienza, nel frattempo continuiamo a non ricevere quanto spetterebbe ai nostri Comuni e dunque le difficoltà economiche non vengono risolte". Oggi, prosegue il vicesindaco di Ferno, "non siamo più a chiedere l’euro come indicato nella legge, ma chiediamo certezza per le risorse destinate ai nostri enti, quindi venga fissata una quota, 40 centesimi, ma venga rispettata, teniamo presente che oggi l’addizionale è pari a 6 euro e 70 centesimi che si paga sul biglietto".

Nel frattempo Cerutti e Ancai stanno valutando altre azioni per smuovere l’attenzione del Governo sulla questione.