Madre e figlia uccise a martellate, lo choc di Samarate: "Era una famiglia invidiabile"

Ferito e grave anche l'altro figlio, padre piantonato in ospedale. Il sindaco Puricelli: "I ragazzi vivevano una vita serena". La famiglia era reduce da un isolamento per Covid

I carabinieri fuori dalla villetta

I carabinieri fuori dalla villetta

Samarate (Varese), 4 maggio 2022 - "Un risveglio terribile stamattina per la città, una tragedia, ma nessuno ha mai dubitato che ci fossero problemi, secondo alcuni amici comuni che vivono in zona, speriamo che il ragazzo si riprenda". A manifestare lo choc dell'intera comunità per il terribile duplice omidicio di madre e figlia è il sindaco di Samarate Enrico Puricelli, all'Ansa.

Stefania Pivetta, 56 anni, e la figlia Giulia, 16 anni, sarebbero state uccise nel sonno dal marito e padre di 57 anni, Alessandro Maja, che avrebbe anche ferito gravemente l'altro figlio, di 23 anni, per poi tentare il suicidio, cercando di darsi fuoco. "I ragazzi, Nicolò e Giulia, vivevano una vita serena, il padre è un architetto, lei era una casalinga - ha proseguito Puricelli - avevano acquistato la villetta nel 1999, dopo essersi trasferiti qui da Milano. Non risulta alcun episodio di violenza pregressa".

Il quadro

A quanto pare la famiglia era reduce da un periodo di isolamento per Covid. Secondo una commerciante del posto che aveva incontrato poco tempo fa Stefania, la famigliasarebbe dovuta partire per un viaggio a Pasqua, ipotesi sfumata proprio a causa del virus. Il 57enne è stato fermato dai carabinieri che lo ascolteranno, nel frattempo l'uomo è stato ricoverato in ospedale, ed è piantonato "in buone condizioni ma sotto choc", come ha spiegato all'agenzia Dire David Pirrera, Comandante del Nucleo Investigativo di Varese. A fare luce sull'accaduto, secondo il comandante, potrebbe contribuire Nicolò, se le sue condizioni lo consentiranno, vista la gravità delle ferite riportate: "Cercheremo di capire meglio le dinamiche dell'accaduto dal figlio Nicolò, sperando che si possa riprendere", ha aggiunto Pirrera. "Ancora è tutto da accertare, anche l'arma del delitto non è stata ancora individuata con certezza".

Lo stupore

Nella cittadina da 16mila abitanti  non ci si capacita. "Come vicesindaco e assessore ai Servizi Sociali non avevo avuto nessuna segnalazione su questra famiglia che mi dicono fosse tranquilla - dice all'Agi Nicoletta Alampi -. Non era una famiglia particolarmente conosciuta. I figli, due bravi ragazzi: lei studentessa brillante, lui col sogno di diventare pilota".

I conoscenti

Una vicina di casa, Rosangela, appare provata: "Stefania per me era come una figlia, la conoscevo da più di 20 anni. Andavo a fare i capelli da lei. Mia figlia mi ripeteva: 'Mamma, sono una famiglia invidiabile' ma poi non si può mai sapere se nelle case entra il diavolo. Giulia, bella, bravissima a scuola e Nicolò, dopo avere studiato per diventare pilota all'Istituto Areronautico, lavorava in un bar. L'ho vista l'ultima volta prima di Pasqua perché poi le é venuto il Covid. Mia figlia le aveva mandato un messaggio sabato scorso e lei aveva risposto di essere ancora positiva al virus". Isabel, un'altra vicina di casa, racconta di avere sentito "le urla della vicina di casa, che poi ha chiamato i carabinieri e il 118, e quelle del ragazzo ferito che chiedeva aiuto".