Frana Luino, le 11 famiglie evacuate: "Abbiamo paura, chiediamo interventi definitivi"

Luino, allarme in via Crema al civico 93: i condomini adesso sperano in un piano per la sicurezza

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Luino (Varese) - Dalla strada, da via Creva, periferia di Luino, fa impressione la ferita nella parete rocciosa da cui la mattina di giovedì 5 gennaio si sono staccati grossi massi, rotolati giù in pochi secondi per diversi metri, prima di essere fermati dalla rete di protezione.

Uno squarcio che fa paura e pone un interrogativo sul futuro delle 11 famiglie, residenti nel palazzo di 4 piani evacuato, minacciato da quel movimento franoso, che già aveva mandato segnali preoccupanti nel mese di aprile dello scorso anno. Intorno al condominio ci sono le transenne, le tapparelle sono abbassate, su qualche balcone ci sono le luci natalizie, un piccolo Babbo Natale di stoffa "si arrampica". 

Segni delle festività che si stanno concludendo, di una quotidianità fino alla mattina del 5 gennaio serena. Poi quel boato, alle 8, che non annunciava nulla di buono, la "voce minacciosa" di quella parete di roccia a una decina di metri dal palazzo che ha manifestato di nuovo la sua pericolosità.

Un condominio costruito negli anni Settanta, il sogno della casa di proprietà realizzato a costo di sacrifici, per decenni nessun problema, poi quella parete di roccia è diventata una minaccia. È successo ad aprile dello scorso anno, la prima frana, ma l’emergenza era rientrata, è accaduto di nuovo, con un distacco ancora più pesante giovedì mattina e ora tra i residenti la paura è grande.

Lungo via Creva si susseguono vecchie costruzioni ed altre più nuove, case singole e palazzi, quella parete di roccia che corre parallela alla strada non sembra incutere timore, all’apparenza una presenza quasi protettiva, ma lo scenario cambia all’altezza del civico 93: è lì che tra due palazzi, uno dei quali evacuato, appare lo squarcio.

"Su quell’area non si doveva costruire – dice un passante, un anziano a passeggio con il cane, che si ferma ad osservare – per fortuna non contiamo vittime, ma il pericolo rimane". Non vuole spiegare quella sua affermazione, solo aggiunge "un tempo lì c’era una cava, ci sono state esplosioni". Non dice altro, scrolla la testa e si allontana. Già, lo ricorda chi è anziano, ma quella parte di montagna è indicata nel Pgt come "area di frana attiva" e qualche segnale di cedimento in passato l’aveva dato, certo non della gravità di giovedì mattina.

Nel palazzo accanto a quello evacuato un inquilino non nasconde la sua preoccupazione: "Noi siamo rimasti nelle nostre abitazioni – dice – non siamo stati allontanati, ma certo a guardare quello squarcio come si fa ad essere tranquilli? Abito qui da alcuni anni, mai un problema per la presenza di quella montagna, ma ora dopo la frana di giovedì qualche timore c’è. Per questo chiediamo interventi definitivi che garantiscano sicurezza. Siamo proprietari, a costo di sacrifici, non è così semplice decidere di andare via".

Dall’altro palazzo, quello più esposto alla frana, sono 25 le persone che hanno dovuto lasciare le loro abitazioni, ci sono anche anziani, famiglie con bambini, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Enrico Bianchi si è attivata per dare loro una sistemazione, alcuni sono stati accolti da amici e parenti, altri in due strutture.

Al momento non è possibile stabilire quando potranno rientrare nei loro appartamenti, ma ora ciò che è fondamentale è intervenire per garantire una volta per sempre sicurezza ai residenti: la montagna non deve continuare a far paura.