
La forza di volontà e l’impegno sono fondamentali in campo
Lo sport è molto importante nella vita delle persone. Aiuta a stare bene fisicamente e mentalmente, a divertirsi e a fare amicizia. Anche chi ha una disabilità può trarre grandi benefici dallo sport: sentirsi più forte, indipendente e parte di un gruppo. Purtroppo, nella storia le persone con disabilità non sono sempre state trattate con rispetto. In passato erano spesso escluse, isolate o considerate un peso per la società. Per esempio, nell’antica Sparta i neonati con disabilità venivano buttati giù dal monte Taigeto, perché non erano visti come utili per la guerra.
Oggi per fortuna le cose stanno cambiando. Anche se esistono ancora pregiudizi, sempre più persone con disabilità dimostrano che, con impegno e coraggio, si possono superare grandi ostacoli. Un esempio è Stephen Hawking, un famoso scienziato che, nonostante una grave malattia, ha fatto importanti scoperte nel campo della fisica ed è diventato famoso in tutto il mondo. Anche nello sport ci sono storie incredibili. Come quella di Bebe Vio, una giovane atleta italiana che ha perso braccia e gambe a causa di una malattia, ma ha vinto la medaglia d’oro nella scherma alle Paralimpiadi di Rio 2016. Oppure Alex Zanardi, ex pilota di Formula 1, che dopo un incidente in cui ha perso entrambe le gambe, ha vinto tante medaglie nel paraciclismo. Un altro esempio italiano è Fabio Bottazzini, atleta paralimpico che, grazie alla sua determinazione, è diventato un modello per tanti ragazzi. Queste storie ci insegnano che la forza di volontà può aiutare a superare anche le sfide più difficili. Però, per rendere davvero possibile lo sport per tutti, servono strutture adatte, attrezzature specifiche e meno barriere. In Italia, purtroppo, non tutti gli impianti sportivi sono accessibili, e le attrezzature per chi ha una disabilità spesso costano troppo. Anche la presenza di istruttori preparati è fondamentale. È importante che lo Stato e le istituzioni facciano la loro parte per aiutare e sostenere lo sport per tutti.
Ma anche noi possiamo fare la differenza. Dobbiamo imparare a non giudicare chi è diverso da noi e a vedere nello sport un’occasione per unire le persone, non per dividerle. Lo sport inclusivo, dove giocano insieme persone con e senza disabilità, è un modo bellissimo per conoscersi meglio, rispettarsi e collaborare. Quando si gioca insieme, le differenze si dimenticano e resta solo la voglia di stare bene e di raggiungere un obiettivo comune. Alla fine, lo sport è un diritto di tutti. Nessuno deve sentirsi escluso. Tutti possiamo fare qualcosa per aiutare chi ha più difficoltà. Anche un piccolo gesto può fare la differenza: una parola gentile, una mano tesa, un invito a partecipare possono far sentire accolti e inclusi. Le storie di Hawking, Bebe Vio, Zanardi e Bottazzini ci fanno capire che la disabilità non è un limite, ma solo un punto di partenza diverso verso grandi risultati.