L’economia? Digitalizzata e green

Marco De Battista: servono subito ordinativi e liquidità.

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Economia circolare, digitalizzazione e attenzione alle tematiche green. Sono queste le tre leve su cui le aziende varesine dovranno puntare nel percorso di rilancio del manifatturiero. Una strada che è stata indicata nel corso di un incontro che si è tenuto ieri in videoconferenza, organizzato dall’Unione degli Industriali della provincia di Varese insieme ad Intesa Sanpaolo. La prima tappa di un roadshow che toccherà le varie province della Lombardia, con l’obiettivo di informare le imprese del territorio sulle opportunità a supporto della ripresa economica. Un quadro in cui il ruolo giocato dalle banche è fondamentale.

Dall’inizio dell’emergenza Intesa Sanpaolo ha attivato 2.500 pratiche, fra erogate e in erogazione, per finanziamenti fino a 30mila euro nel Varesotto. Circa 450 invece le pratiche sopra i 30mila euro, per un importo complessivo di oltre 200 milioni di euro. Un’indagine condotta dall’istituto di credito prevede un calo del Pil italiano del 9,5% per il 2020, con la Lombardia tra le regioni più penalizzate. In provincia di Varese in particolare la ripresa dell’industria viene fortemente condizionata dalla sua forte specializzazione nella metalmeccanica e nel tessile e abbigliamento. Settori messi a dura prova per l’ampio numero di attività sospese dai decreti ministeriali. Una congiuntura testimoniata anche dai cali nei consumi energetici delle imprese, crollati del 34% ad aprile. I comparti che sembrano poter dare un impulso al recupero sono l’agro-alimentare, il farmaceutico, l’elettronica e l’Ict. "Ciò che manca alle nostre imprese in questo momento è, da una parte, la benzina nei motori rappresentata dagli ordinativi, dall’altra l’ossigeno della liquidità", commenta Marco De Battista, coordinatore delle aree economiche di Univa. Un’analisi svolta dall’Ufficio Studi Univa su un campione locale di imprese ha evidenziato in due casi su tre problemi nella gestione delle attività aziendali. Tra queste, il 66% ha dichiarato una mancanza di liquidità medioalta, indicando questo aspetto come la priorità da affrontare. Uno scenario in cui il credito di filiera ricopre quindi un ruolo tutt’altro che marginale. L.C.