"Io, aggredita in treno chiedo più sicurezza"

La donna racconta l’assalto sulla linea Saronno–Seregno: era riuscita a difendersi grazie allo spray al peperoncino

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di Sara Giudici

Prima di Natale è stata aggredita in un vagone vuoto di un treno diretto a Seregno. È riuscita, malgrado fosse stata presa di sorpresa, a difendersi con lo spray al peperoncino e a mettere in moto la macchina dei soccorsi che ha portato a identificare l’aggressore. Ora che la paura e la violenza dell’accaduto iniziano ad essere meno vive, meno brucianti ha deciso di condividere la propria storia con gli altri viaggiatori, con i “colleghi“ pendolari "nella speranza che possa servire ad attirare attenzione su questa linea sciagurata". Così una viaggiatrice sulla tratta Saronno-Seregno ha deciso di condividere con il"Comitato Viaggiatori Tpl Nodo di Saronno" l’aggressione di cui è stata vittima, sul treno, a dicembre. Un episodio per cui è stata sporta denuncia e che la donna racconta con schiettezza. "Il 12 dicembre sono stata aggredita sul treno delle 20.05 in partenza da Saronno – esordisce – Sono salita sulla seconda carrozza anche se il treno era vuoto. Di solito mi metto nella prima anche se spesso il capotreno non esce dalla cabina di guida, ma quella sera ero esausta, mi sono buttata sul sedile e ho ricominciato a lavorare". Di lì a pochi minuti è stata aggredita.

L’intento dell’assalitore non è stato chiarito, un furto o una violenza fine a se stessa, ma la brutalità trapela dalle parole della vittima: "Dopo aver lottato con l’aggressore sono riuscita a divincolarmi e a scaricargli una bomboletta al peperoncino in faccia". L’uomo ha cercato di allontanarsi e la donna ha dato l’allarme: "Il capotreno ha chiamato i carabinieri di Seregno, il treno è stato rallentato per permettere loro di arrivare al binario e prenderlo in consegna. È stato identificato e segnalato". L’episodio ha lasciato grande amarezza ma anche preoccupazione alla donna che pure è riuscita a difendersi: "Io sono una donna adulta, ma il pensiero che possa capitare a una persona più debole o meno pronta a difendersi non mi ha lasciato dormire sino a che non ho concluso la denuncia. Ho scritto anche a Trenord, chiedendo se dopo l’accaduto intendano rivolgere più attenzione alla sicurezza della tratta. Chissà se risponderanno mai". Tanti i messaggi di solidarietà via Facebook.