In viaggio con la chitarra fra mente e cuore

Umberto Longoni, psicologo e cantautore gallaratese, ha realizzato un album di nove brani: l’ispirazione da temi affrontati nel suo lavoro

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di Lorenzo Crespi

Una passione nata in gioventù e che non si è mai spenta, nonostante il destino lo abbia portato a percorrere strade professionali diverse. Quella di Umberto Longoni è una storia di grande amore per le sette note. Lo si percepisce dalla delicatezza della sua voce mentre intona ballate romantiche, vere poesie musicali. Longoni nella vita è uno psicologo e vive a Gallarate, dove ha uno studio in centro. È anche scrittore e ha pubblicato diversi testi di saggistica e romanzi. Ma in principio ci fu la musica. "In giovanissima età – racconta – ho iniziato a girare per case discografiche con le mie canzoni e ho lavorato con Daniele Pace del famoso trio Pace Panzeri Pilat che scriveva testi per Sanremo". Lo stesso Longoni è stato anche autore oltre che cantante, scrivendo un brano per Gigliola Cinquetti dal titolo “Artista e vagabondo”, pubblicato nel 1974. Dopo tante esibizioni nei locali, teatri e pianobar ha dovuto lasciare in secondo piano la musica a favore degli studi. Ma da qualche anno ha ripreso a dedicarsi all’attività musicale. Nel 2017 ha formato un duo con Tony Dresti, ex bassista di Battiato. Seconda vita era il nome della formazione, che ha pubblicato l’album “Scusa se sono un poeta”.

Di recente ha deciso di proseguire da solista dedicandosi a un nuovo progetto discografico. “Un clochard d’appartamento” è il titolo del disco, inciso per Mpc Records. Un progetto che ha visto il supporto di Roby Matano, celebre per aver lanciato Lucio Battisti, Paolo Conte e altri artisti. Nell’album Umberto Longoni racconta situazioni e tematiche che ha affrontato spesso nel suo lavoro da psicologo. L’esempio più calzante è proprio la canzone che dà il titolo all’album, di cui è stato realizzato anche un videoclip, dove nei panni del “clochard” c’è lo stesso cantautore. "Ci sono molti separati in casa che continuano a vivere nella stessa abitazione per questioni di vario genere, soprattutto economiche. L’uomo spesso è meno autonomo e finisce per essere un po’ emarginato nella sua casa. E adesso con il lockdown queste situazioni vengono esasperate". L’incipit del brano inquadra bene questa condizione: "Sono un clochard d’appartamento, preferirei la pioggia o il vento. Vivo con te in questa casa, senza parole, sesso, sentimento. Sarebbe meglio dormire alla stazione piuttosto che in questa mia prigione".

Oltre alla title track nel disco figurano altri otto pezzi, in cui il tema dell’amore ricorre sempre. "Mi hanno definito un cantafavole, un cantastorie", spiega. Ci sono canzoni più recenti e altre composte tempo fa che sono state rivisitate, perché "anche le canzoni invecchiano". Melodie principalmente acustiche, con voce e chitarra protagoniste. "L’album l’ho registrato da solo con l’aiuto in qualche brano di un amico musicista che si chiama Roberto Pala, che di professione fa il medico", spiega Longoni. Per il cantante psicologo inizia così una nuova avventura all’età di 68 anni, con l’auspicio che possa seguire nei prossimi mesi l’attività che più di ogni altra fa battere il cuore di chi ama la musica: l’esibizione dal vivo. "Spero di poter tornare presto a fare spettacoli".