Il reddito di cittadinanza finiva nei videopoker

Denunciati dalla Guardia di Finanza nove falsi indigenti che si erano appropriati di 70mila euro, reinvestiti nelle scommesse online

Migration

di Christian Sormani

Poker online col reddito di cittadinanza. Nullatenenti per lo Stato italiano tanto da ricevere ogni mese circa 700 euro col meccanismo del reddito di cittadinanza. A fermare l’ingiustizia la Guardia di Finanza di Varese che ha scoperto nove "furbetti" che percepivano indebitamente il sussidio nonostante avessero dei soldi "nascosti" e non dichiarati. Le Fiamme Gialle di Varese hanno scoperto che tra beneficiari del reddito di cittadinanza residenti in provincia c’erano alcuni titolari di conti gioco online che, pur dichiarando una situazione familiare di indigenza economica, ricaricavano ingenti somme di denaro sui conti sul web dedicati a poker, con giochi da tavolo, scommesse sportive varie oltre a tombola e bingo. Il tutto grazie ad una attività investigativa basata sulle analisi informatiche sulle banche dati. Per accedere al reddito ci cittadinanza avevano indicato conti bancari con saldi irrisori, in alcuni casi anche nulli, sui propri conti correnti. Ma i soldi percepiti li usavano per ricaricare i conti del gioco online di diverse decine di migliaia di euro all’anno, utilizzando fonti di reddito nascoste al fisco". Secondo i finanzieri i soldi presenti sui conti vanno segnalati comunque nell’Isee perché "non è solo uno strumento attraverso cui si movimenta denaro, ma anche una sorta di portafoglio elettronico, poiché vi sono accreditati i bonus, le somme vinte ed i depositi" e soprattutto perché "dal conto gioco possono essere effettuati prelievi".

"Il denaro - spiegano le Fiamme gialle - transitato sul conto online dedicato, non era virtuale ma reale e andava indicato all’Inps. Il conto online infatti non è solo uno strumento attraverso cui si movimenta denaro, ma anche una sorta di portafoglio elettronico, poiché vi sono accreditati i bonus, le somme vinte ed i depositi. Dal conto gioco, inoltre, possono essere effettuati prelievi". Le posizioni illecite sono state segnalate all’Inps che ha immediatamente disposto la messa in decadenza del sostegno economico, attivando le procedure per il recupero delle somme indebitamente percepite. I furbetti, 4 donne e 5 uomini, hanno percepito così indebitamente il sussidio per un valore complessivo di oltre 70mila euro.