Il mix esplosivo: dall’assenza d’assistenza alla disperazione di chi non vede vie d’uscita

A Gallarate due settimane fa una vicenda simile a quella di Marnate: la novantenne, accoltellata, è scampata alla morte ed è ricoverata in ospedale

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La tragedia familiare sembra avere lo stesso drammatico copione: un figlio e un’anziana madre, malata, da accudire, la difficile convivenza con la malattia, la solitudine. Il dramma di Marnate come quello di Gallarate dove la mattina di domenica 11 settembre Mario Ranza, 68 anni, ha tentato di uccidere l’anziana madre, Maria Garfarino, 92 anni, prima cercando di soffocarla poi colpendola con un fendente alla gola sferrato con un coltello da cucina e poi si è suicidato, gettandosi dal sesto piano del palazzo dove viveva con lei. L’anziana da quella mattina è ricoverata in ospedale, al Circolo di Varese, dove era arrivata in gravissime condizioni, resta in prognosi riservata. Sembra che il figlio temesse di non essere più in grado di assisterla ma nello stesso tempo non si era mai rivolto alla rete sociale del comune di Gallarate per ricevere assistenza.

Sempre insieme, il sessantottenne, ricordato come una persona tranquilla dai vicini e la madre, un legame profondo nel quale era entrato, compagno di ogni giorno, il dolore per le condizioni di salute dell’anziana che peggioravano e insieme il timore di non riuscire ad assisterla e anche quello di perderla, rimanendo solo. Una situazione di disagio psicologico nella quale la disperazione è diventata sempre più soffocante fino ad arrivare al punto di mettere fine alla vita di entrambi, prima il fendente alla gola alla madre, poi il gesto estremo, il volo dal sesto piano. Maria Garfarino è ancora ricoverata nel reparto di rianimazione.

R.F.