Varese, effetto Covid: gli hotel sono in ginocchio

Il presidente dell’associazione di categoria varesina: "La situazione è drammatica, con questi numeri le aziende non sopravvivono"

Turisti a Monteviasco

Turisti a Monteviasco

Varese, 8 agosto 2020 - Tra i comparti che hanno subito maggiormente gli effetti dell’emergenza sanitaria spicca quello della ricettività alberghiera, messo a dura prova tanto dal lockdown quanto dalle limitazioni sui trasporti delle persone, in particolare dall’estero, che perdurano tuttora. In provincia di Varese i dati degli arrivi e delle presenze nei mesi di aprile, maggio e giugno restituiscono una fotografia davvero drammatica del settore. I numeri, elaborati dalla Camera di Commercio di Varese su dati provvisori Ross1000 - Polis Regione Lombardia, testimoniano un calo vertiginoso rispetto allo stesso periodo del 2019.

Il mese di aprile, in cui di fatto tutto si è fermato, è quello che registra la performance peggiore. Lo scorso anno erano stati 121mila gli arrivi e quasi 205mila le presenze, mentre nel 2020 i due dati sono scesi rispettivamente a 1.053 e 8.074 unità. Qualche numero in più si è registrato a maggio, con 12mila arrivi e 26mila presenze, ma si è trattato sempre di briciole rispetto al 2019 (oltre 110mila arrivi e quasi 210mila presenze). Il trend di crescita è proseguito poi a giugno, dato però al momento provvisorio (con un tasso di copertura statistica del 71%). Sono stati oltre 27mila gli arrivi e 52mila le presenze, numeri comunque parecchio lontani da 12 mesi fa (quasi 139mila arrivi e oltre 226mila presenze). Di fatto due interi mesi, quelli di aprile e maggio, sono stati bruciati dal Covid, e per le aziende alberghiere sarà impossibile recuperare quanto perso in un periodo importante come la primavera, tra la Pasqua, i ponti, i matrimoni e la banchettistica. In questo quadro ha inciso anche l’annullamento degli eventi sportivi, a partire dal canottaggio, che erano previsti tra Varese e dintorni.

"La situazione è drammatica – commenta il presidente di Federalberghi Varese Frederick Venturi – con questi numeri le aziende non sopravvivono. C’è circa un quinto, se non meno, delle presenze dell’anno scorso. Abbiamo stimato che una struttura media quest’anno perderà circa il 70% del fatturato annuale". I soli mesi estivi con le presenze dei vacanzieri non saranno infatti sufficienti a risollevare l’annata: per l’autunno si prevede un nuovo periodo di difficoltà, con l’annullamento delle fiere e degli eventi che danno respiro al settore. Pesa poi in modo particolare la forte diminuzione degli stranieri, che costituiscono storicamente la componente principale della clientelaAnche in questo caso si evince dai numeri qual è stato il calo negli scorsi mesi. Da aprile a giugno del 2019 le presenze e gli arrivi di stranieri costituivano quasi il doppio degli italiani, mentre quest’anno la percentuale di stranieri è stata di molto inferiore rispetto ai turisti nazionali. Un trend che proseguirà.

"La normalità si raggiungerà probabilmente nel 2022 – continua Venturi – considerato anche che Sea prevede non prima di 2 anni un ritorno ai traffici del 2019. Nel 2021 ci saranno ancora difficoltà: contiamo di avere una perdita più contenuta del 2020, intorno al 30% rispetto al 2019". Per salvaguardare il settore si chiedono aiuti allo Stato e alle istituzioni locali. "Ci vuole una progressività delle imposte che sia proporzionata a quanto si lavora – sottolinea il presidente – l’Imu ad esempio è un affitto che si paga al Comune: per alcune strutture è più di 100mila euro all’anno".