Guida ubriaco ma viene assolto: non gli hanno spiegato che poteva chiamare un legale

Uscito di strada con l’auto, in ospedale era risultato con un tasso alcolemico tre volte sopra il limite: grazie al cavillo il test è stato dichiarato inutilizzabile

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Era alla guida in stato di ebbrezza ma ieri mattina in Tribunale a Varese è stato assolto dall’accusa perché "il fatto non sussiste". L’uomo, un quarantenne, residente nel lavenese, nel 2019 aveva avuto un incidente: a Luino era uscito di strada con la sua auto, nessun altro veicolo era rimasto coinvolto. Sul posto erano intervenuti i carabinieri che poi avevano accompagnato l’automobilista in ospedale dove veniva sottoposto al prelievo di sangue richiesto dai militari.

Dall’accertamento risultava un tasso alcolemico tre volte superiore al limite consentito pertanto scattava il ritiro della patente e il sequestro della vettura. Ieri mattina l’assoluzione nonostante l’esame avesse accertato lo stato di ubriachezza ben oltre il limite consentito.

Il giudice ha accolto le conclusioni del difensore, avvocato Andrea Pellicini che ha sostenuto in difesa del quarantenne "l’inutilizzabilità dell’accertamento dell’alcolemia tramite esame ematico in ospedale su richiesta della polizia giudiziaria, per mancato avviso all’indagato della facoltà di avvisare il proprio difensore invitandolo ad intervenire all’ accertamento". L’imputato non era stato quindi avvisato dai militari di questa possibilità, era un suo diritto che non è stato garantito. Pertanto come sostenuto dal suo legale quell’esame non poteva essere utilizzato e il quarantenne è stato assolto con la formula "perché il fatto non sussiste".

R.F.