Dopo una primavera di fermo totale gli alberghi hanno riaperto, ma come sta andando la stagione varesina nell’estate post-Covid? Lo abbiamo chiesto a Daniele Margherita, direttore di Federalberghi Varese.
Qual è il bilancio fino a questo momento?
"La ripartenza c’è stata solo a partire da giugno, e le strutture che resistono meglio in questa fase sono quelle a gestione familiare e che dispongono anche del ristorante. La riduzione dell’attività dell’albergo viene così compensata dalla ristorazione. Sono ancora chiusi invece diversi hotel di grosse dimensioni che lavorano su eventi, congressi e clientela d’affari".
Quanto si è ridotta l’occupazione delle camere?
"Per le strutture business la percentuale di occupazione è inferiore al 50%, mentre per l’area del lago emerge una diminuzione del 20% circa rispetto al 2019 da giugno in poi".
Si sente molto la mancanza degli stranieri?
"Sì, in particolare nelle strutture nella zona di Malpensa che lavorano molto in funzione dei viaggi intercontinentali e hanno perso la clientela di Stati Uniti e Cina, il primo e il terzo mercato estero. Sul lago c’è un calo rispetto agli scorsi anni ma qualche turista che si muove in auto da Svizzera e Germania sta arrivando. Si sta invece lavorando di più con il mercato di prossimità, con gli italiani che quest’anno preferiscono restare vicino a casa per motivi economici e legati alla preoccupazione per la pandemia".
Quanti giorni di vacanza trascorrono i turisti nella nostra provincia e quali sono le soluzioni preferite?
"Nell’area del lago la permanenza media è intorno ai tre giorni. In questo periodo le prenotazioni avvengono sotto data: si decide all’ultimo momento. Gli hotel che offrono anche servizi come piscina e centro benessere hanno un appeal maggiore". Viene utilizzato il bonus vacanze introdotto dal Governo?
"So che molte strutture sono disponibili e accettano il bonus".
L.C.