Tragedia di Giada Molinaro, la fidanzata del pirata: "Costituisciti, risaliranno a te"

Dopo aver travolto e ucciso Giada Molinaro, il cuoco Flavio Jeanne si confidò con la sua ragazza. Secondo il gip "lucida consapevolezza" delle proprie azioni

Flavio Jeanne

Flavio Jeanne

Varese, 11 ottobre 2016 - Dopo aver travolto e ucciso con la sua auto la 17enne Giada Molinaro a Varese, Flavio Jeanne si sarebbe confidato con la fidanzata che avrebbe cercato di convincerlo, inutilmente, a costituirsi. Il particolare emerge dalle indagini sul tragico episodio, che hanno portato al fermo del giovane, cuoco in un ristorante di Somma Lombardo, con l’accusa di omicidio stradale aggravato dalla fuga.

Con una nuova ordinanza di custodia cautelare (successiva a quella emessa dal gip di Busto Arsizio dopo l’udienza di convalida del fermo avvenuto a Somma Lombardo) il gip di Varese Anna Giorgetti ha confermato la misura degli arresti domiciliari per il pirata dalla strada 24enne, assistito dall’avvocato Cinzia Martinoni. Jeanne dopo l’incidente in via dei Mille è fuggito e, nelle ore successive, è stato individuato dai carabinieri e dalla polizia locale di Varese grazie a un passo falso: ha portato l’auto in un’officina di Somma Lombardo per far riparare un fanale rotto, raccontando di aver investito un cinghiale. Nel corso dell’interrogatorio il giovane ha spiegato di aver notato un gruppo di persone sul bordo della strada. Giada Molinaro stava camminando sulle strisce pedonali. Lui ha "continuato la marcia" e ha "chiuso gli occhi" dopo aver sentito "il botto", fuggendo in preda al panico. Circostanze che, secondo il gip, indicherebbero la "lucida consapevolezza" delle conseguenze delle proprie azioni, in una situazione che richiedeva "la massima prudenza". Una "condotta gravemente censurabile" proseguita anche nelle ore successive.

Dopo l'incidente il giovane avrebbe raccontato tutto alla fidanzata. La ragazza avrebbe insisistito per ore, cercando di spingerlo a costuituirsi. Jeanne, però, ha attuato una "attività di inquinamento probatorio" portando l’auto dal carrozziere, consapevole che gli investigatori avrebbero potuto risalire a lui a causa della rottura del fanale. La sua vita, infatti, "non poteva subire intoppi". Proprio grazie al tentativo di nascondere il danno gli investigatori, che hanno condotto gli accertamenti nelle officine della zona, sono riusciti a incastrarlo. Elementi che hanno portato il gip a confermare gli arresti domiciliari. Intanto i familiari della studentessa, assistiti dall’avvocato Corrado Viazzo, chiedono "giustizia", dopo un incidente che in pochi istanti ha strappato una giovane vita.