Maltrattamenti all'asilo di Gavirate, la maestra torna libera

Revocati gli arresti domiciliari alla titolare del nido

Il blitz dei carabinieri in aprile

Il blitz dei carabinieri in aprile

Gavirate (Varese), 18 maggio 2018 - Revocati   i domiciliari per l’insegnante accusata di maltrattamenti all’asilo, resta la misura interdittiva all’esercizio di attività con bambini. Domani alle 17 mamme e figli sfileranno in manifestazione a Gavirate.

Le accuse: bambini fatti cadere dalla sedia perché non stavano seduti composti, ciabatte scagliate sui volti dei piccoli, bimbi strattonati e presi per il collo. Questi e tanti altri (46 casi in tutto) sono gli episodi documentati dalle immagini delle telecamere posizionate all’interno del micronido “Imparare è un gioco”, nel centro del paese. L’asilo nido è stato chiuso e la titolare, unica educatrice abilitata, 32 anni, era stata arrestata e messa ai domiciliari. L’altra dipendente, cuoca che svolgeva anche compiti di insegnante, 39 anni, è stata invece denunciata: a suo carico anche alcune irregolarità sulla posizione lavorativa (era in nero da due anni), mentre sono al vaglio le posizioni di altri dipendenti e collaboratori.

Le indagini sono state rapide. A inizio 2018 tre genitori hanno segnalato ai carabinieri di Besozzo gli strani comportamenti dei bambini e i militari hanno dato il via ai controlli. È stato deciso il posizionamento di telecamere nascoste all’interno della struttura e nella giornata di mercoledì 18 aprile è scattato il blitz, con l’arresto e la chiusura del micronido. I casi documentati dalle immagini sono in tutto 46, ai danni di 14 dei 20 bambini che frequentavano l’asilo nido privato. Casi di maltrattamento fisico e psicologico di varia gravità: minacce, ingiurie, urla e percosse, compresi gesti violenti come strattonamenti e prese per il collo ai danni dei piccoli alunni, tutti in tenerissima età (dai 6 mesi ai 3 anni).

I carabinieri sono intervenuti nell’asilo senza avvisare prima i genitori, avvertiti nel corso di una lunga e dolorosa giornata. L’attività del nido, come detto, è stata sospesa, sono state anche comminate sanzioni e ammende per varie irregolarità (35mila euro in totale), mentre non sono state riscontrate problematiche da parte dei carabinieri del Nucleo anti-sofisticazione, anch’essi intervenuti nella struttura. Secondo la Procura, l’insegnante - con la scuola chiusa - non potrà reiterare il reato, né inquinare le prove né cercare di scappare. Visto questo, il gip ha fatto cadere la misura di custodia cautelare. La maestra si era difesa parlando di “metodi educativi” ammettendo però di avere sbagliato.