Gavirate, bimbi maltrattati all'asilo. Le famiglie: "Vogliamo le telecamere"

Annunciano una manifestazione mamme e papà i cui figli sono rimasti vittime di una maestra violenta

L'arresto da parte dei carabinieri

L'arresto da parte dei carabinieri

Gavirate (Varese), 5 maggio 2018 - Maltrattamenti all’asilo, mamme e bambini sfileranno in manifestazione: «Vogliamo una legge che autorizzi l’uso di telecamere negli asili nido e scuole materne. I nostri figli devono essere protetti». L’iniziativa si terrà sabato 19 maggio alle 17. A oggi una ventina le famiglie che parteciperanno. Poi ci saranno i parenti, gli amici e i semplici cittadini. Il perché sarà presto visibile anche sui volantini che le mamme dell’asilo di Gavirate stanno preparando per chiedere ad alta voce due cose: le telecamere negli asili e nelle strutture dove vengono accuditi anziani e persone in condizioni di fragilità, e per dire no a ogni forma di violenza. 

A organizzare questa manifestazione è un gruppo di mamme i cui bambini sono rimasti vittime di quei maltrattamenti raccontati dalle immagini delle telecamere nascoste messe dai carabinieri di Besozzo che hanno documentato l’accaduto: le indagini continuano e la magistratura si pronuncerà. Nel frattempo in paese la ferita è ancora aperta anche se le insegne all’asilo non ci sono più. «La richiesta per la manifestazione è già stata presentata alla polizia locale – spiegano i genitori –. Erano presenti anche il sindaco e il suo vice, abbiamo parlato di quello che faremo e di quello che farà lei: un piccolo discorso al momento del ritrovo, davanti al luogo dove portavamo i nostri bambini». La manifestazione tra due settimane prevede un ritrovo fuori dall’asilo, la partenza verso la piazza del Comune e poi la svolta sul percorso pedonale verso il mercato e il rientro al punto di partenza. Qualche centinaio di metri accompagnati dai bimbi che lanceranno dei palloncini.

La maggior parte dei genitori sta in questi giorni interpellando gli avvocati per far valere nelle sedi opportune le pretese nei riguardi delle due persone coinvolte nei fatti, non ancora imputate, ma colpite da misure cautelari. Anche sul fronte dell’organizzazione dei tempi della famiglia, molti genitori hanno dovuto sopperire all’assenza della struttura in diversi modi: c’è chi ha fatto ricorso a baby sitter e chi, come nel caso di Jessica, ha dovuto ridiscutere i turni di lavoro per non lasciare soli i piccoli.