Furti in aziende e prestiti usurai a titolari derubati: sgominata banda, 13 arresti/ VIDEO

La gang, dedita anche a estorsioni e incendi a scopo intimidatorio, agiva fra Basso Varesotto, Alto Milanese e Comasco

La polizia di Busto Arsizio

La polizia di Busto Arsizio

Busto Arsizio (Varese), 26 ottobre 2017 - La polizia ha eseguito 13 misure cautelari (otto in carcere, cinque ai domiciliari) nei confronti di altrettante persone indagate per associazione per delinquere, estorsioni, usura, lesioni personali, incendi, fabbricazione detenzione e porto di "molotov", furti in aziende, ricettazione, falsi documentali e spaccio di cocaina.

L'organizzazione criminale, smantellata grazie a un'indagine svolta dagli investigatori del commissariato di Busto Arsizio e della Squadra Mobile della Questura di Varese e coordinata dalla Procura della Repubblica di Busto Arsizio, operava prevalentemente tra Basso Varesotto, Alto Milanese e Comasco. Il sodalizio criminale era dedito a furti in aziende e concedeva poi prestiti usurai ai titolari delle stesse, arrivando anche a incendiare le loro attività per sollecitare i pagamenti. La banda era composta da pregiudicati italiani, al cui vertice vi erano 'zio Gianni', 62 anni, e 'il moro', 41 anni. Ai loro ordini vi erano gli esecutori materiali degli attentati incendiari, della fabbricazione delle molotov, delle percosse e delle intimidazioni così come dei sopralluoghi e dell'esecuzione di furti, dello stoccaggio e della ricettazione della merce rubata.

Le indagini hanno preso il via dalla denuncia di un commerciante della zona al commissariato di Busto Arsizio, il quale era rimasto in debito con uno degli arrestati per un prestito ricevuto e solo parzialmente restituito. Il creditore aveva incaricato del recupero 'zio Gianni' e 'il moro', ma il debito originario era raddoppiato a causa dei tassi di usura applicati, pari a circa il 50% all'anno. Siccome il debitore non riusciva a far fronte alle richieste pretese, erano iniziate le minacce, le botte, le pressioni per farsi consegnare l'incasso dell´attività commerciale o addirittura la stessa attività, seguiti poi da incendi appiccati all'esercizio della vittima e all'autovettura della compagna. Picchiato in più occasioni, con sigarette spente addosso per costringerlo a pagare, in un'occasione l'uomo è stato inseguito in auto e costretto a fermarsi in mezzo alla strada, per poi essere trascinato giù dalla macchina e selvaggiamente picchiato tanto da riportare la lussazione di una spalla. Le indagini partite dalle dichiarazioni della vittima, nel 2015, hanno consentito agli investigatori di accertare un'ulteriore estorsione ai danni di un imprenditore edile e la assidua partecipazione degli indagati alla preparazione di furti in aziende e magazzini: refurtiva che in seguito veniva venduta ai ricettatori.