Francesco Meazza, travolto e ucciso a piedi sulla 336: perché aveva abbandonato l'auto?

Il 25enne è stato centrato dalla macchina di una coppia di coetanei intorno alle 5 della mattina. In tasca le chiavi della sua vettura: ancora da capire i motivi che lo hanno spinto a rincasare a piedi

Il luogo dell'incidente; in piccolo, il giovane morto

Il luogo dell'incidente; in piccolo, il giovane morto

Gallarate (Varese) - Una serata trascorsa con gli amici, in un locale della zona, poi la tragedia: Francesco Meazza, 25 anni, residente a Origgio, laureato in Ingegneria al Politecnico, è morto ieri all’alba travolto da un’automobile mentre era a piedi lungo la superstrada 336 per Malpensa. A bordo della macchina coinvolta nell’incidente una coppia di giovani, un ragazzo di 24 anni e una ragazza di 21, che dopo l’urto, all’altezza dello svincolo di Gallarate, si sono immediatamente fermati e hanno chiamato i soccorsi.

Sul luogo dell’incidente si sono precipitati il personale del 118 e gli agenti della Polizia stradale di Varese e di Busto Arsizio per i rilievi. Purtroppo per il venticinquenne non c’è stato nulla da fare: i soccorritori non hanno potuto fare altro che constarne il decesso. Sotto choc i due giovani che viaggiavano sull’auto e che complice il buio non hanno visto il pedone che camminava lungo la carreggiata della superstrada. Né, d’altra parte, si apsettavano di trovarsi qualcuno davanti, su una strada che è arteria di collegamento con l’aeroporto e che non può essere percorsa a piedi. Entrambi sono stati accompagnati al Pronto soccorso dell’ospedale di Busto Arsizio per accertamenti. Il test alcolemico a cui è stato sottoposto il conducente ha comunque dato esito negativo.

Per l’intera giornata gli agenti della Polizia stradale hanno lavorato per fare chiarezza su quanto accaduto. In particolare c’era da capire come mai Francesco Meazza dopo essere stato in compagnia degli amici per tutto il sabato sera, all’alba, dopo le 5, si trovasse a piedi sulla Superstrada 336. In tasca il giovane aveva le chiavi dell'automobile, che è stata ritrovata nel pomeriggio di ieri, nella zona. Resta da comprendere per quale ragione il giovane non l’abbia presa (o non abbia potuto prenderla) decidendo invece di tornare a casa a piedi, percorrendo la superstrada.

Una decisione che purtroppo gli è costata la vita. Morto sul colpo dopo essere stato investito da un’auto su cui viaggiavano due giovani, quasi suoi coetanei, coinvolti in una tragedia che ieri restava ancora velata di mistero, con una domanda che è rimasta in attesa di una risposta: perché il venticinquenne era a piedi in quel tratto pericolosissimo di superstrada?