"Eri un bambino così felice Non ti dimenticheremo"

Il campo da calcio dell’oratorio San Luigi di Schianno trasformato in chiesa. Durante la messa assieme alle parole commosse del parroco, pianti e singhiozzi

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di Lorenzo Crespi

Una folla composta e silenziosa ha dato l’ultimo saluto a Daniele Paitoni, il bimbo di sette anni ucciso dal padre nel giorno di Capodanno. All’oratorio San Luigi di Gazzada Schianno, Comune alle porte di Varese dove Daniele viveva con la mamma, sono giunti per salutarlo tantissimi compaesani. Una comunità unita nel dolore, insieme a quella di Morazzone, il paese confinante dove è avvenuto l’orribile omicidio. Ma non solo: tanti altri sindaci e amministrazioni del varesotto hanno partecipato di persona ed esponendo le bandiere a mezz’asta dai rispettivi municipi. Il campo da calcio dell’oratorio si è presto riempito nel primo pomeriggio di ieri, con la cerimonia che ha preso il via con i tanti messaggi di ricordo giunti da amici, familiari e da chi ha avuto modo di conoscere il piccolo Daniele, come le maestre e gli animatori dell’oratorio. "Durante l’oratorio estivo non appena entravi dalla porta sprizzavi sempre gioia e felicità contagiando tutti", ha ricordato un’animatrice. "Avevi sempre un buon motivo per essere felice", "Eri un bambino dolcissimo, ti porterò sempre con me nel mio cuore", "Eri divertente e gentile, vivace e pieno di energia": queste alcune delle frasi che hanno voluto ricordare quel bambino sorridente che ora è diventato un piccolo angelo.

Il parroco don Stefano Silipigni ha aperto l’omelia interpretando i sentimenti di sconforto e disappunto che in questa lunga e triste settimana hanno pervaso tutta la comunità locale. "Siamo tribolati, sconvolti e colpiti: ci perseguitano pensieri che sanno di sensi di colpa e paura. Non possiamo accettare la tua morte così come è avvenuta, ci chiediamo come è potuto succedere. Abbiamo molta rabbia dentro il cuore e non resistiamo al pensiero di essere impotenti".

Quindi anche il parroco ha ricordato un aneddoto, tornando con la memoria a quando le catechiste avevano chiesto a Daniele che regalo volesse fare a Gesù. "Tu hai risposto: ‘Gli regalo un abbraccio’. Anche tu innocente come Gesù sei stato travolto dalla violenza e dalla morte. Caro Daniele, dalla tua piccola bara bianca sta già iniziando a germogliare nei nostri cuori il desiderio di essere più umani". Proprio quella bara bianca che a fine cerimonia è stata accompagnata verso l’uscita dell’oratorio da un caldissimo abbraccio, tra gli applausi e i palloncini lanciati in aria, mentre fuori dalla vicina chiesa Daniele veniva ricordato dai disegni dei suoi piccoli coetanei.