Lombardia, mancano gli infermieri e le donazioni di sangue calano

I volontari non mancano ma si sono persi 5.676 prelievi nell’ultimo anno. L’allarme della Federazione di categoria: "Intervenire subito per colmare le carenze"

Le donazioni di sangue sono in calo in Lombardia, non i donatori

Le donazioni di sangue sono in calo in Lombardia, non i donatori

Milano, 9 giugno 2023 – “Dona sangue, dona plasma, condividi la vita, condividila spesso". L’appello sul manifesto per la Giornata mondiale del donatore (14 giugno) si scontra con un paradosso che Avis Lombardia prova a spiegare con con le parole dell’economia: "C’è la domanda, c’è l’offerta, manca il sistema produttivo".

La carenza di infermieri negli ospedali sta frenando la raccolta. A lanciare l’allarme è la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi): "L’infermiere favorisce l’informazione sulla donazione di sangue, tessuti e organi quale atto di solidarietà; educa e sostiene le persone coinvolte nel donare e nel ricevere", recita l’articolo 26 del Codice deontologico. Ma nella quotidianità la mancanza di professionisti in servizio nelle strutture del sistema sanitario nazionale "mette a rischio le donazioni".

In base ai criteri stabiliti dalla Corte dei Conti, la mappa dei posti vuoti nelle otto Ats della Lombardia va dai 299 della Città Metropolitana di Milano e del Lodigiano ai 38 dell’Ats Montagna che comprende la provincia di Sondrio, l’Alto Lario e la Valcamonica. Ovunque la differenza tra il personale in servizio e gli organici previsti è negativa: -181 nell’Ats Insubria (Como e Varese), -154 nell’Ats Brescia, -99 a Pavia, -98 nell’Ats Brianza (Monza e Lecco), -73 a Bergamo, -57 nell’Ats della Val Padana (Cremona e Mantova).

Le stime sono per difetto perché nel calcolo sono escluse le cliniche private non accreditate e le Rsa: in Lombardia il saldo negativo si aggira tra le 7 e le 8mila unità. "È necessario – afferma Barbara Mangiacavalli, presidente Fnopi – dare soluzioni immediate alla carenza di infermieri e valorizzare il loro ruolo e le competenze in medicina trasfusionale, sviluppando percorsi formativi specifici, modelli organizzativi di gestione delle attività centrati sulla sicurezza e gli esiti delle cure e modelli di integrazione e collaborazione multiprofessionale per una corretta gestione delle risorse umane sulla base delle competenze acquisite".

Così accade che in Lombardia - secondo i dati Avis (Associazione dei volontari italiani del sangue) della regione che vale il 25% del totale delle donazioni in Italia – i volontari aumentino, mentre le raccolte diminuiscano. I nuovi iscritti alle 12 sezioni provinciali e 645 comunali che formano la rete regionale sono in costante crescita: 21.584 nel 2022, 21.683 nel 2021. I donatori sono saliti dai 258.900 del 2021 ai 261.124 del 2022 (269.629 il totale dei soci che conta anche 8.500 sostenitori non donatori). Ma dopo due anni positivi (+5,7% nel 2020 e +8,2% nel 2021) le donazioni sono calate dell’1,2%: 466.346 nel 2022, 472.022 nel 2021.

L’incremento dei volontari disposti a sottoporsi ai prelievi è stato dello 0,86% negli ultimi dodici mesi, mentre i non donatori sono calati del 7%. Ancora pochi, però, i giovani. I donatori con età tra i 18 e i 25 anni sono diminuiti del 4,4% nonostante le campagne di sensibilizzazione promosse da Avis tra i ragazzi. Al contrario è cresciuta del 10% la quota di sangue proveniente dalla popolazione extracomunitaria. Il contributo alla raccolta di sangue intero nelle strutture Avis sul totale è salito al 46%, mentre il 54% dei prelievi si è svolto in strutture pubbliche. Il processo di aferesi invece - la separazione delle componenti ematiche - è avvenuto per il 62% in centri accreditati dal sistema sanitario nazionale.