Delitto Lidia Macchi, ergastolo a Binda. L'accusa: "E' un giorno di sollievo e di dolore"

Il sostituto procuratore generale Gualdi: "E' la dimostrazione che lo Stato arriva a garantire la giustizia"

La pm Gemma Gualdi

La pm Gemma Gualdi

Varese, 25 aprile 2018 - Stefano Binda condannato all’ergastolo per l’omicidio di Lidia Macchi 31 anni dopo il delitto. "È un giorno di sollievo – è il commento del sostituto procuratore generale Gemma Gualdi, che proprio l’ergastolo chiedeva per l’imputato – perché finalmente è stata stabilita una verità processuale che corrisponde a quella storica". Il magistrato ha aggiunto: "È anche un giorno di dolore, per i familiari della vittima, ma anche per il colpevole, condannato all’ergastolo. Comunque è un’affermazione dello Stato e di tutte le persone che hanno voluto la verità". I giudici, dopo circa tre ore di camera di consiglio, hanno inflitto l’ergastolo a Binda escludendo l’aggravante dei motivi futili e abbietti condannandolo, invece, per quella della crudeltà. Addebitata a Binda anche l’aggravante della violenza sessuale su Lidia.

Binda, dopo la lettura della sentenza, ha rivolto lo sguardo verso qualcuno tra il pubblico con aria sbigottita. L’esclusione dei futili e abbietti motivi apre però un interrogativo sul movente dell’omicidio. La specifica aggravante, infatti, per l’accusa, il gip e le parti civili rappresentava la pistola fumante dell’accaduto. La Corte d’Assise presieduta da Orazio Muscato deve aver trovato altre ragioni nelle pieghe del processo. Interessanti saranno dunque le motivazioni della sentenza che il giudice estensore depositerà tra 90 giorni.

Il sostituto pg Gemma Gualdi dopo la sentenza ha abbracciato Paola Bettoni, madre di Lidia. "Sono anche io madre e nonna – ha detto Gualdi –: questo è stato un abbraccio di vicinanza. Un abbraccio dovuto dopo che questa donna, che ho giustamente definito una roccia nella mia requisitoria, ha atteso così a lungo per avere giustizia".

Paola Bettoni, la mamma di Lidia con accanto i figli Stefania e Alberto, da 11 giorni diventato papà, ha detto: "Una ragazza come Lidia non poteva finire così. Senza giustizia". Per ora, ha detto mamma Paola: "Sono soddisfatta della sentenza. Non abbiamo mai voluto un colpevole, ma il colpevole. La sentenza ha detto che è lui". E ancora Gualdi si è rivolta ai cittadini: "Quanto accaduto oggi è il segnale che lo Stato c’è. A tutte le persone perbene sia chiaro che lo Stato lavora con fatica e arriva a garantire giustizia".

Dall’omicidio di Lidia sono passati 31 anni. Tanti anni di pasticci come la decisione nel 2000 di distruggere i reperti relativi all’omicidio presa dall’allora capo dell’ufficio gip Ottavio d’Agostino.