Cunardo dice addio ad Anna, la partigiana che aiutò i Nissim

Morta a 99 anni l’eroina che, con l’altro 'giusto' Calogero Marrone, si adoperò per nascondere a Cunardo la famiglia del rabbino di Padova

I fratelli Daniele e Lea Nissim di nascosero in una casa di Cunardo

I fratelli Daniele e Lea Nissim di nascosero in una casa di Cunardo

Cunardo (Varese), 18 gennaio 2020 - Se n’è andata all’età di 99 anni Anna Sala, partigiana varesina che durante l’occupazione nazista fu protagonista di un atto di grande generosità, che permise di salvare la vita a un’intera famiglia di origine ebraica. Un comportamento che le valse nel 2000 il riconoscimento nel novero dei “Giusti tra le nazioni”, onorificenza che viene assegnata alle personalità non ebree che hanno agito in modo eroico in difesa delle vittime delle discriminazioni razziali negli anni della Shoah. Il nome di Anna Sala è fortemente legato al paese di Cunardo, per fatti che risalgono al 1943.

Si impegnò in prima persona per supportare il rabbino capo di Padova Paolo Nissim, che aveva conosciuto anni prima a Venezia, nel tentativo di sfuggire ai tedeschi e di rifugiarsi in Svizzera insieme ai suoi familiari. Ma una volta giunti a Varese non fu più possibile attraversare il confine. Così Anna Sala riuscì ad aiutare la famiglia Nissim grazie all’intercessione di un altro giusto tra le nazioni, il capo ufficio anagrafe del Comune di Varese Calogero Marrone, il nonno di Manuela Marrone, moglie di Umberto Bossi. Fu lui a fornire i documenti che certificavano il loro stato di sfollati provenienti dal Sud Italia. I Nissim riuscirono così ad arrivare a Cunardo, dove trovarono ospitalità nella casa dell’ingegnere De Grandi in via Roma. Qui restarono fino al 25 aprile 1945, riuscendo a scampare ai rastrellamenti nazifascisti e potendo fare così ritorno a Padova. Per tutto il periodo del loro soggiorno in Valcuvia Anna Sala non lasciò mai soli i Nissim: molto frequentemente si spostava da Varese, viaggiando in bicicletta o in tram, per portar loro informazioni e viveri. I cunardesi non tradirono la famiglia ebraica: in un anno e mezzo nessuno li denunciò.

La donna sposò poi l’avvocato varesino Mario Gallini, che nel 1945 fu il viceprefetto della Liberazione. A ricordarla è il presidente del consiglio comunale di Cunardo Paolo Bertocchi, che esprime il cordoglio di un paese intero. "Il suo nome rimarrà per sempre legato a quello della nostra comunità. Quella di Anna Sala è una storia che va ricordata e raccontata, rischiò lei stessa la vita e la deportazione ma non voltò mai la testa dall’altra parte". Oltre ad aiutare la famiglia Nissim la sua figura fu fondamentale anche per ricostruire la storia di Calogero Marrone. Grazie alla sua testimonianza il nome del funzionario varesino, deceduto nel 1945 a Dachau, fu inserito anch’esso tra i giusti tra le nazioni nel 2012. I funerali di Anna Sala si terranno lunedì mattina alle 11.15 nel cimitero di Sant’Ambrogio a Varese. Parteciperanno, tra gli altri, anche il “ciclista della memoria” Giovanni Bloisi e la presidente provinciale di Anpi Varese Ester De Tomasi.