Ospedale di Cuasso al Monte, rebus futuro

Il comitato nato per difenderlo: "Inaccettabile che il territorio non possa indicare l’indirizzo che gli si vuol dare"

Resta un punto interrogativo sull’ospedale che potrebbe servire oltre 70mila utenti

Resta un punto interrogativo sull’ospedale che potrebbe servire oltre 70mila utenti

Cuasso al Monte (Varese), 6 agosto 2020 - Un ospedale che potrebbe servire oltre 70mila utenti ma su cui invece permane un punto interrogativo sulle prospettive future. Un territorio che non si arrende all’idea di dover rinunciare a quello che ha sempre ritenuto un centro all’avanguardia ma che dalle istituzioni non ottiene alcuna risposta. Il futuro dell’ospedale di Cuasso sembra sempre più segnato, il comitato nato per difenderlo però non demorde e sottolinea come sia inaccettabile non essere a conoscenza del progetto, tra i cinque presentati, che parta favorito nell’ottica della manifestazione d’interesse circa una struttura che a oggi resta una clinica Covid sprovvista di pazienti.

Ecco quindi ancora una volta Angelo Ferrarello, ex dipendente dell’ospedale e oggi una delle anime del comitato ribadire: "Sulla realtà che verrà scelta a seguito della gara non possiamo esprimerci. Riteniamo che l’errore sia stato fatto però a monte, non è accettabile infatti che non sia il nostro territorio a indicare l’indirizzo che si vuol dare all’ospedale". Sulla centralità di quest’ultimo il dibattito non si apre nemmeno per Ferrarello. "I 20 comuni racchiusi nella comunità montana del Piambello rappresentano a livello di popolazione lo stesso numero della città di Varese. Perché quindi costringerci a rivolgerci all’ospedale del capoluogo finendo per intasarlo anziché tenere aperta una realtà che rappresentava un’eccellenza?". Per il comitato è inaccettabile che la Commissione Socio-sanitaria della Comunità Montana di cui fa parte non veda una risposta sul piano di rilancio dell’ospedale da lei proposto. "Asst 7 Laghi, Regione Lombardia non prendono alcuna posizione, anzi evitano ogni confronto" conclude Ferrarello. Il timore è che grazie al Covid si siano create le condizioni per una chiusura che sulla carta non c’è ma è evidente nei fatti, il futuro di un ospedale che nel 2018 tagliava il traguardo dei 100 anni verrà quindi, salvo sorprese, consegnato nelle mani di qualche privato di cui non si conoscono le intenzioni.