Gallarate, i sinti in corteo: "Siamo cittadini"

"A Ischia il condono e noi in strada". Ma lo sgombero si avvicina

Protesta sinti a Gallarate

Protesta sinti a Gallarate

Varese, 22 novembre 2018 - Hanno sfilato ieri mattina lungo le strade della città, i sinti del campo in via Lazzaretto che il sindaco Andrea Cassani ha deciso di sgomberare. Una protesta pacifica, in corteo donne, bambini, giovani, adulti, anziani, a sostenere la loro mobilitazione delegazioni di sinti arrivati dal Piemonte, Emilia Romagna, Veneto, complessivamente circa 200 persone. «Siamo italiani, siamo gallaratesi», «No allo sgombero», «A Ischia si condona, a Gallarate le famiglie per strada»,«Stanno togliendo il diritto allo studio ai nostri figli», si leggeva sui cartelli portati in corteo. Lungo le vie cittadini perplessi, alcuni infastiditi, mentre i sinti raggiungevano piazza Libertà, fermandosi davanti alla basilica di Santa Maria Assunta, a pochi metri dal Comune.

Paloma , in braccio la sua bambina più piccola Tiffany, capelli biondi, occhi azzurri: «Hanno paura i miei figli – raccontava – sono terrorizzati al pensiero delle ruspe che arriveranno a demolire, non dormono più di notte, chiediamo al sindaco di lasciarci in via Lazzaretto». Anche Katia parlava di paura: «Nessuno di noi riesce più a dormire, dove andremo? Siamo gallaratesi, perché trattarci così?». In corteo Vitaliano Ferrari, 84 anni, un po’ il “nonno” di tutti in via Lazzaretto: «Ho 6 figli, 16 nipoti – diceva orgoglioso – sono arrivato a Gallarate quando avevo tre mesi, sono gallaratese. Non ci possono cacciare».

Ferrari ha fatto tutta la vita il giostraio. «Non ci sono ladri tra di noi, chiediamo solo tranquillità – continuava - ci lasci, il sindaco, in via Lazzaretto». Lui proprio non ci pensa a continuare la sua vita in un appartamento: «No, noi amiamo la vita all’aria aperta, per me sarebbe come una gabbia, quando ho aperto gli occhi ho visto il cielo e la campagna. È la mia vita, la nostra cultura, chiedo venga rispettata». In piazza Libertà hanno preso la parola alcuni rappresentanti della comunità, è intervenuta anche Dijana Pavlovic, attrice e attivista. «Siamo qui per la giustizia, la pace, la sicurezza di tutti». E ha lanciato un appello all’Europa, al Governo, alle istituzioni religiose, quindi l’invito alla preghiera affidata ad un pastore evangelico. I sinti hanno pregato affinché «Dio tocchi il cuore del sindaco», hanno ricordato la tragedia dello sterminio nazista. Infine, l’appello: «Ci ascolti signor sindaco». E Cassani domani incontrerà una delegazione delle famiglie. Ma il dietrfront pare lontano.